Il “pachiderma” anticiclonico si sta ulteriormente rafforzando ed estendendo a buona parte dell’Europa. Per domani piazzerà dei massimi pressori di tutto rispetto tra Bulgaria e Romania, con valori altissimi di circa 1040 hPa. Come se non bastasse, la lingua calda in quota di matrice subtropicale si espanderà a macchia d’olio dalla Penisola Iberica verso Francia e Italia, apportando per tutta la durata del ponte dell’Immacolata tempo stabile su moltissime nazioni del vecchio continente, Italia compresa.
Alta pressione in inverno, tuttavia, non sempre – anzi quasi mai – significa anche caldo e sole. Difatti, la stagnazione atmosferica causata dalle correnti discendenti, tipiche dei regimi anticiclonici, comporta – come rovescio della medaglia della stabilità – anche l’accumulo nei bassi strati di umidità e di inquinanti, laddove vi sono agglomerati industriali, con conseguente peggioramento della qualità dell’aria. Oltre a ciò, nelle vallate e sulle pianure l’aria fredda tende ad accumularsi al suolo e a condensare l’umidità ivi presente, dando vita ad estese e talora persistenti formazioni nebbiose.
Pertanto, nei prossimi giorni il sole e l’aria più mite potranno apprezzarsi maggiormente (e solo di giorno) sulle zone collinari e montuose, mentre sulle pianure e nelle aree vallive insisteranno freddo umido e strati nebbiosi.
Da noi la presenza di una debole corrente di ritorno (da nord/nord-est) dalla pancia anticiclonica, moderatamente più secca, impedirà parzialmente queste dinamiche, ma ci esporrà comunque al freddo notturno (in modo particolare tra giovedì e venerdì e tra sabato e domenica). Nondimeno, ci consentirà anche di godere di più sole durante il giorno. Quanto invece all’umidità, sembra che dovremmo ripreoccuparcene a partire dal week-end quando, oltre all’aumento del tasso UR, dovremo rimettere in conto la formazione di dense foschie e locali banchi di nebbie.
E dell’inverno vero si vede traccia?
Domanda da un milione di dollari! Di sicuro, ad oggi, guardando i run deterministici dei principali modelli meteorologici, bisognerebbe rispondere di NO. Tuttavia, i modelli matematici:
- negli ultimi giorni sono risultatati particolarmente altalenanti nelle varie loro emissioni, tanto da non essere credibili affatto dopo il 7° giorno di previsione;
- gli stessi modelli sono sempre in enorme difficoltà quando si tratta di masticare dati “antizonali” (retrogressioni fredde da est o nord-est), contrariamente alla migliore “digeribilità” di quelli usuali (correnti mediamente da ovest a est);
- risulta attualmente molto complesso prevedere le ripercussioni reali per il lungo termine che gli sconquassi, che dovrebbero tra circa una settimana registrarsi sul fronte del Vortice Polare, (destrutturazione?, “split” vero e proprio?), scatenerebbero sull’Europa. Non va, infatti, assolutamente esclusa né l’eventualità di un assalto artico-marittimo, proprio a ridosso del Natale, né la possibilità di affondi russo-siberiani, grosso modo per lo stesso periodo, specie qualora l’Anticiclone atlantico, sempre bello robusto, spostasse leggermente il suo asse ad ovest, aprendo così di fatto la diga est-europea allo scorrimento del fiume gelido orientale verso il Mediterraneo e l’Italia.
Per ora, in attesa di questi eventi, non possiamo far altro che scorgere le mosse delle varie figure bariche in campo, aspettando nel frattempo che anche il calendario lasci a questi ultimi giorni di autunno di manifestarsi in piena e legittima libertà.