Qualcosa bolle in pentola, ma è davvero iniziato lo sblocco della stagione autunnale?

Siamo ancora alle prese con un pervicace anticiclone che impedisce alla stagione autunnale di sbloccarsi e di procedere – come ormai dovrebbe essere ora – verso la stagione invernale.

Restiamo in tal senso ancora intrappolati tra stagnazione, umidità in eccesso, foschie o nebbie nottetempo e al primo mattino e prevalente soleggiamento durante le ore diurne, benché non manchino annuvolamenti temporanei perlopiù causati da nubi basse (sollevamento dell’umidità dai basi strati). Le temperature si sono abbassate e le minime, grazie all’irraggiamento notturno, sono anche scese abbondantemente sotto i 10 gradi, ma quel che più ci preoccupa, ormai, è la mancanza delle piogge, specie negli invasi di approvvigionamento dell’Acquedotto Pugliese.

E non cambierà di molto la situazione neppure per il weekend che ci apprestiamo a vivere. Tuttavia, qualcosa sembra bollire in pentola. Il rinforzo dell’Anticiclone europeo sulla Regione Scandinava e la sua successiva rotazione in senso orario sembra poter rappresentare la scintilla per un netto cambiamento delle condizioni meteo con il distacco e la successiva spinta verso sud-ovest di un nocciolo d’aria fredda in quota di stampo invernale, che dalla Russia, e poi attraverso il Mar Nero e i Balcani, tenderebbe a propagarsi in modo retrogrado fino a coinvolgere, almeno parzialmente, anche il nostro settore.

Inizialmente, la conseguenza per quel che ci riguarda dovrebbe essere limitata, a partire dalla notte fra sabato e domenica, a un progressivo raffreddamento dell’aria e a una maggiore copertura nuvolosa nel corso di domenica. A seguire, invece, ci penserebbe un ancor più deciso rinforzo dell’Anticiclone atlantico a ovest dell’Arcipelago britannico a spalancare addirittura il canale perturbato e freddo del nord Europa, finendo per attivare una depressione mediterranea al suolo, che aprirebbe finalmente i giochi del tardo autunno, se non dell’inverno. Se così fosse, il potente anticiclone che ancora ci governa dovrebbe guardarsi da due terribili insidie: una spina nel fianco, la goccia fredda retrograda, e una serpe in seno, il canale depressionario e freddo dal nord Europa.

Ci siamo, tuttavia, spinti già molto oltre il consentito, specie alla luce della configurazione barica che viene delineandosi, la quale mostra ancora mille incertezze e notevoli margini di errore, anche considerando la non perfetta concordia tra i diversi modelli matematici. Ad ogni modo, sembra quanto meno essere cominciato il lungo e complesso processo di sblocco di un autunno finora privo di molte delle peculiarità che gli attribuiscono le statistiche, in primis le piogge.

Vedremo se finalmente sarà la volta buona per ritrovare almeno un po’ di normalità stagionale oppure se, come sempre più spesso accade, lo stravolgimento che si profila sarà tale da confermare il celeberrimo proverbio, che nella nostra lingua locale ci avverte minacciosamente così: «L’acqu ca nan fôsh, n’gijel sté».

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