È da qualche settimana ormai che la configurazione barica a scala europea, e conseguentemente quella che più direttamente fa riferimento all’Italia, segue grossomodo lo stesso cliché.
Con un anticiclone pulsante tra Penisola Iberica ed Europa occidentale, la nostra penisola si è ritrovata sempre a dover fare i conti con una serie di ondulazioni cicloniche – ora più profonde ora meno -, che hanno caratterizzato gran parte del mese di dicembre, proponendo un tipo di tempo complessivamente variabile, che in caso di semplice scorrimento di perturbazioni atlantiche lungo lo Stivale ha assunto un’impronta in stile più autunnale, quando invece si è trattato di penetrazioni del flusso freddo ed umido più incisive si è caratterizzato con qualche fase di maggior stampo invernale. Esempi ne sono quello che la settimana scorsa ci ha propinato valori termici di poco superiori agli 0°C, che ha rappresentato per il Sud e per l’Adriatico il più classico esempio di anticipo d’inverno, e quella delle ultime 24 ore, che in alcune aree del centro-nord Italia ha persino regalato la prima neve stagionale, caduta fino a bassissima quota.
La situazione, nella sostanza, non si modificherà neppure nei prossimi giorni, sebbene una certa variazione, man mano che si andrà verso la seconda parte di questa settimana e la prima parte della prossima (Natale), si farà pian piano notare. La variante sarà originata da una maggior forza dell’Anticiclone di matrice africana sul Mediterraneo occidentale, che opererà una sorta di scudo protettivo per l’Italia, a crescente efficacia, nei confronti del Flusso atlantico. Quest’ultimo, peraltro, assumendo una maggiore occidentalizzazione, tenderà a divenire, oltre che meno incisivo in termini di maltempo in arrivo da ovest, anche più mite, o se volete (data la stagione) meno freddo.
In sintesi, perciò, dopo le ultime piogge, legate all’attuale transito di una perturbazione atlantica a carattere freddo, che comunque cesseranno entro le prime ore di domattina, si aprirà una fase di tempo gradatamente meno fredda e progressivamente più stabile, benché a tratti disturbata da qualche annuvolamento (vedi giovedì, per esempio), che più che rappresentare una qualche minaccia alla stabilità atmosferica, al limite si rivelerà poco più di un modesto fastidio.
Stando alle attuali indicazioni modellistiche (ancora troppo lunga, però, la scadenza previsionale per dare per oro colato quel che le carte ci mostrano), il Natale 2018, come d’altronde la maggior parte dei periodi natalizi vissuti negli ultimi decenni, trascorrerà, ancora una volta, senza freddo e senza le tanto sospirate atmosfere “bianche” da cartolina natalizia.