Stiamo vivendo una fase di quiescenza della stagione invernale. Non è di certo inedito, per la verità, un gennaio caratterizzato da alta pressione e tempo stabile, con giornate tutto sommato gradevoli (considerata la stagione) e notti invece piuttosto fredde. Non fa eccezione, perciò, questa prima metà di gennaio 2020, che si è aperta con la grande assenza delle piogge e con due semi-ondate di freddo del tutto sterili e fugaci.
Ma ora, come sarà la seconda parte del mese?
Nel corso dei prossimi giorni non vi saranno sostanziali variazioni all’attuale stato di crisi dell’Inverno, se si eccettua la prevista accentuazione del tasso di umidità e la probabile formazione di dense foschie e locali banchi di nebbia. Da sabato, invece, è atteso un parziale cambiamento del tempo con la progressione verso sud di un’onda a carattere ciclonico (diretta emanazione del Vortice Polare), che tenderà gradatamente a destabilizzare la colonna d’aria che sovrasta la nostra penisola e, conseguentemente, a determinare un relativo peggioramento delle condizioni atmosferiche con più nubi e con la rotazione dei venti ai quadranti meridionali.
È ancora in forse la concreta possibilità di precipitazioni associate a tale ondulazione ciclonica, poiché la penetrazione della massa d’aria fredda in quota non appare al momento tale da generare, entro il termine della settimana, le condizioni ideali affinché il disturbo troposferico si trasformi in possibilità concrete di piogge.
Soltanto con l’arrivo della prossima settimana è possibile un maggior coinvolgimento del nostro territorio nella sfera d’influenza del tempo perturbato per effetto della formazione al suolo di una depressione sul comparto algero-tunisino in grado poi di attivare un flusso d’aria umida ed instabile in movimento dalle sponde nord-africane verso tutto il settore meridionale italiano.
Ad ogni modo, sembra possa rivelarsi soltanto questa la vera novità del periodo a cavallo tra la seconda e la terza decade del mese, visto che né si prevedono ondate di freddo, né tanto meno ulteriori occasioni per precipitazioni degne di nota prima del 24/25 gennaio.
Solo dopo questo periodo, l’area depressionaria, nel frattempo localizzatasi tra Penisola Iberica e Mediterraneo occidentale, potrebbe essere catturata dal flusso perturbato principale dell’Atlantico per poi riprendere vigore nel suo spostamento verso levante. In quel caso (ma si tratta già di ipotesi suscettibili di rettifiche con i nuovi aggiornamenti, e perciò ancora poco affidabili), le piogge potrebbero tornare in auge per qualche giorno, prima di un nuovo rallentamento della stagione invernale per via di una ritrovata vigoria anticiclonica, che imporrebbe un fine mese con anomalie di tipo positivo sotto il profilo termico e negative sotto quello pluviometrico, insomma con un fine gennaio più caldo del normale e caratterizzato da assenza o quasi di precipitazioni.