Ultimi minuti d’Estate! Alle 15.30 di oggi, 22 settembre, scatterà l’ora X del cambio di stagione. L’Equinozio d’Autunno segna l’avvio della parte oscura dell’anno, quella durante la quale la notte prenderà gradatamente il sopravvento sul giorno facendo sopravanzare le ore di buio a quelle di luce.
Ma come mai ogni punto della Terra in questo periodo riceve 12 ore di luce e 12 di buio?
L’equinozio è in realtà un momento preciso e non una giornata. È il momento in cui l’asse di rotazione della Terra si trova perpendicolare ai raggi solari e quindi i raggi del Sole riescono a toccare contemporaneamente sia il Polo Nord che il Polo Sud, illuminando per le medesime ore di luce tutti i punti del pianeta. Detta così, tuttavia, resta un’incongruenza: per quale motivo questa equa distribuzione della durata del giorno (sole sopra l’orizzonte) non accade esattamente nel giorno dell’Equinozio ma solo un paio di giorni dopo?
La ragione di questa apparente incongruenza sta nel fatto che le 12 ore sono calcolate astronomicamente come quelle in cui si considera il centro del disco solare come riferimento per affermare che il Sole è sopra l’orizzonte. Le 12 ore non vanno quindi considerate dal momento in cui il Sole sorge e diventa visibile (alba) fino al momento in cui il Sole scompare all’orizzonte (tramonto) divenendo invisibile, ma da quando metà del Sole comincia a essere visibile fino a quando metà del sole è ancora visibile. Perciò, le ore in cui il Sole è sopra l’orizzonte, e quindi riceviamo i suoi raggi e consideriamo cominciate le ore di luce, sono nel giorno dell’Equinozio d’Autunno ancora un po’ più di 12. Per avere una giornata di 12 ore di luce bisogna allora aspettare che l’inclinazione della Terra sia leggermente aumentata, provocando una riduzione ulteriore delle ore di luce.
Ciò avverrà esattamente il 25 settembre, giorno in cui su gran parte del globo terrestre le ore di sole inizieranno ad essere inferiori di qualche secondo rispetto alle ore di buio (poco meno di 12 le prime, poco più di 12 le seconde). Se tuttavia alle nostre latitudini noi perderemo progressivamente alcuni minuti di luce per ciascun giorno fino alla data del Solstizio d’Inverno (dal 25 settembre al 21 dicembre si perderanno altre 2 ore e 46 minuti di luce tra alba sempre più posticipata e tramonto sempre più anticipato), nelle aree oltre il Circolo Polare Artico in questo periodo si perdono circa 30-32 minuti di luce ogni giorno per giungere alla notte più totale già a partire dalla fine della prima decade di ottobre. Consoliamoci. Sarebbe potuta andarci molto peggio.
Ma, a prescindere dall’inizio dell’Autunno in senso astronomico, dal punto di vista meteo, cosa cambierà nei prossimi giorni?
Poco o nulla, in realtà, almeno fino a venerdì, giacché resteremo parzialmente protetti dal campo anticiclonico di matrice subtropicale in quota, con temperature generalmente sopra media e massime che talora potranno ancora sfiorare i 30 gradi. Soltanto durante il pomeriggio, specialmente di domani, si avrà una tendenza all’aumento della nuvolosità per lo sviluppo di nubi cumuliformi in grado di addensarsi e generare locali manifestazioni temporalesche.
Tuttavia, a partire da venerdì, ma ancor più nel corso del weekend, la situazione tenderà a modificarsi strutturalmente con l’ingresso di una saccatura di origine nord-atlantica, ricolma di aria fredda in quota.
Si tratterà di un vero e proprio fendente della neonata stagione, che se non metterà fine concretamente all’Estate dal punto di vista climatico, arrecherà comunque un sostanziale cambio di passo nello stato del tempo, che di certo provocherà cambiamenti di rilievo.
Difatti, non solo tra sabato e domenica caleranno di molti gradi le temperature, ma si innescheranno anche condizioni favorevoli a precipitazioni che, a seconda di quanto risulterà incisiva la penetrazione del vortice di bassa pressione e della posizione geografica esatta che esso assumerà, potrebbero rivelarsi anche di una certa intensità.
Si tratterà di un addio irrimediabile alla bella stagione?
Come sempre, non è mai un singolo evento a decretare la fine di una stagione, ma una serie di attacchi successivi, che a dire il vero al momento non si intravedono. È difficile (oltre che insensato, poiché la loro affidabilità è molto bassa) fare previsioni a lunga gittata, ma al momento non sembra possano instaurarsi fasi autunnali ripetute, dopo quella del prossimo weekend, tali da paventare (o, a seconda dei gusti, auspicare) l’arrivo di condizioni autunnali propriamente dette, con fresco, umido e precipitazioni frequenti. Anzi, a dire il vero e dando per un attimo credito alle famigerate “previsioni stagionali”, i mesi autunnali prossimi venturi non sembrano affatto inclini dalle nostre parti a riservare una stagione in linea con le medie storiche.
La stragran parte dei centri di calcolo previsionale infatti prospettano un autunno largamente clemente, con temperature superiori alle medie stagionali e precipitazioni fortemente limitate da una configurazione di NAO+, ossia da una prevalenza di correnti sud-occidentali in quota, che notoriamente per la Puglia significano ombre pluviometriche ostinate e ripetute. In sostanza, poca o pochissima pioggia. Vedremo se, una volta tanto, almeno la concordanza tra le diverse proiezioni stagionali dei principali centri meteo mondiali attribuisca un minimo di validità a questo metodo sperimentale di previsione ancora lontano dal rappresentare un valido strumento per pronosticare il “futuro meteorologico”.