La scarsa compattezza del Vortice Polare nella sua sede originaria (Polo nord), l’attuale scarsa influenza delle correnti atlantiche e molte altre più complesse dinamiche teleconnettive, saranno all’origine, tra qualche giorno, della prima configurazione barica di tipo prettamente invernale sullo scenario europeo.
Il deciso rinforzo dell’Alta atlantica in posizione anomala (Arcipelago britannico) “solleticherà” un lobo del Vortice Polare a proiettarsi verso sud/sud-est, sprofondando verso l’Est europeo un blocco d’aria di recente origine artica, che finirà per coinvolgere direttamente anche Turchia e Mar Nero.
Ma se la traiettoria del nucleo gelido in quota del Vortice Polare sembrerà del tutto escludere il nostro Paese dalle ripercussioni fredde e perturbate ad esso collegate, in realtà nei “piani” più bassi dell’atmosfera non andrà allo stesso modo.
Difatti, come si evince dall’animazione (di 12 ore in 12 ore) del campo della quota di geopotenziale a 850 hPa (circa 1.450 mt. di altitudine), il freddo legato alla discesa verso sud del Vortice Polare avrà modo, attraverso una decisa sfuriata di correnti di Bora, di raggiungere anche l’Italia, almeno nel suo settore orientale, nonostante che l’obiettivo principale della prima ondata di freddo artico della stagione resti comunque l’Europa orientale.
Quali le ripercussioni per il nostro settore?
A partire dal pomeriggio di lunedì, ad un temporaneo aumento di nuvolosità, con rischio di brevi piovaschi, seguirà una rapida e consistente intensificazione delle correnti di Grecale con immediato abbattimento delle temperature e altrettanto veloce irrigidimento del clima.
Le giornate peggiori saranno quelle di martedì 29 e di mercoledì 30 novembre, quando, calato progressivamente il vento (soprattutto nelle notti tra il 29 e il 30 e il 30 e il 1° dicembre), assisteremo ad un irraggiamento notturno cospicuo (perdita di calore durante le notti serene e calme di vento) che porterà il termometro vicino alla soglia degli 0°C, specie nelle aree rurali o periferiche della nostra cittadina, con rischio di brinate assai elevato.
La massa di aria fredda in arrivo avrà carattere secco e, malgrado la sua intensità (isoterme di -5/-6 a 850 hPa altamente probabili) permetterebbe anche la trasformazione delle eventuali precipitazioni in neve, difficilmente potremo assistere in questa fase a delle nevicate, proprio per “mancanza del carburante”, ossia dell’umidificazione necessaria affinché si attivi, soprattutto in siffatte circostanze, la necessaria convergenza di fattori (vedi anche l’ASE, Adriatic Snow Effect), che consentirebbe di avere nevicate per effetto Staü anche in assenza di depressioni o perturbazioni vere e proprie.
Il freddo più pungente durerà un paio di giorni; tuttavia, nonostante che il trend sia previsto di nuovo in aumento per il resto della prossima settimana, appare probabile che i valori termici restino comunque al di sotto delle medie stagionali.