Quell’irriverente benché benevolo appellativo, che da sempre noi castellanesi usiamo nel dialetto locale per descrivere la proverbiale propensione, giocosamente attribuita alla Madonna della Vetrana, a far cadere almeno qualche goccia di pioggia durante i festeggiamenti in suo onore deriva da quel che nella realtà è accaduto dal punto di vista meteorologico su Castellana in tantissimi anni di osservazioni empiriche e che si riverbera negli innumerevoli ma vividi ricordi, che ognuno di noi conserva nell’archivio delle emozioni della Festa d’Aprile.
Oltre al metodo empirico, tuttavia, dal 2002 Meteo Castellana conserva anche qualcosa di ben più scientifico, che effettivamente finisce per far coincidere le reali statistiche, evinte dagli annali storici della stazione di Meteo Castellana, con il famigerato vezzeggiativo, attribuito alla nostra patrona, di “Madonna pisciacchiara”.
In realtà, i dati confermano eloquentemente le peculiarità meteo-climatiche di fine aprile, che nella variabilità atmosferica e nella non affatto remota possibilità di piogge o improvvisi rovesci esprime appieno il non ancora compiuto passaggio tra la prima fase primaverile, ancora irrequieta e talora capricciosa, e la seconda parte, ben più stabile e simile all’estate.
E così, a partire dal 2002, soltanto nelle annate 2003, 2005, 2007, 2012 e 2022 le precipitazioni non hanno affatto bagnato la nostra festa patronale. Negli altri casi, almeno in uno dei tre giorni principali dei festeggiamenti in onore della Madonna della Vetrana, quanto meno un breve piovasco o un passeggero acquazzone hanno sempre fatto da corollario alla festa più amata dai castellanesi.
Alcune volte, però, la festa non è stata solo a tratti bagnata dalla “rugiada celeste”, ma quasi del tutto rovinata da frequenti e talora anche forti o persistenti precipitazioni. È successo nel 2004, 2006, nel 2014 e nel 2016, le quattro annate durante le quali in diversi momenti della “festa grande” castellanese le cattive condizioni meteorologiche hanno inficiato, e non poco, il normale svolgimento dei festeggiamenti. Si ricordano in particolare i tre maggiori accumuli precipitativi: i 13 mm., caduti durante il temporale del 1° maggio 2006, i 12 mm. del 25 aprile 2004 e i 9.1 mm. del 25 aprile 2016.
Anche sotto il profilo termico non è sempre ci è andata bene, anzi!
Rispetto ad una media degli ultimi 20 anni di 16.1°C (media ricavata dalla media giornaliera delle minime e delle massime di ciascuno dei tre giorni principali della festa), per 12 volte su 19 (escludendo i due anni in cui la festa non si è tenuta causa COVID) si sono registrati valori inferiori a tale risultanza, ampiamente compensati, tuttavia, dalle annate 2012, 2013 e 2018 durante le quali si sono registrati valori di gran lunga superiori a alla “media-festa”, con punte di quasi 7 gradi oltre la media nella straordinariamente calda Festa d’Aprile 2018, che vide punte massime di addirittura 30.4°C.
E quest’anno come andrà?
Domani i nuovi aggiornamenti potranno darci una maggiore attendibilità. Al momento resta particolarmente incerta e a rischio concreto di pioggia la giornata di lunedì 1° maggio.