Meteo Castellana, nello sposare pienamente le tesi e le riflessioni scritte nell’articolo pubblicato ieri su Meteoweb dall’amico Peppe Caridi, è lieta di condividere sulle sue pagine il suo elaborato. Buona lettura!
Dal punto di vista meteorologico è un periodo entusiasmante. Da ormai quasi due mesi si susseguono sull’Italia continui scenari di maltempo, caratterizzati spesso e volentieri nelle ultime settimane dall’instabilità pomeridiana di tipo termo-convettivo, trasformando l’Italia in una sorta di laboratorio meteorologico a cielo aperto. In queste condizioni, infatti, è possibile ammirare alcuni dei fenomeni meteo più estremi in assoluto dalla loro genesi alla loro conclusione nell’arco di poche ore, con spiccata variabilità e grandi sbalzi meteorologici a distanza di pochi chilometri.
E’ un periodo entusiasmante per tutti gli appassionati di meteorologia e gli osservatori dei fenomeni dell’atmosfera, in modo particolare i fotografi sempre a caccia di momenti interessanti da immortalare. Non c’è l’Anticiclone, non c’è alcun tipo di monotonia, che pure era stata prolungata in modo particolare al Nord con 16 mesi di pesante siccità fino a marzo 2023. Adesso questo periodo è alle spalle, ormai archiviato. Maggio è stato un mese di piogge eccezionali, ma soprattutto il secondo mese consecutivo che si è concluso con anomalie termiche negative in Italia e in gran parte d’Europa dopo quelle di Aprile. E attenzione: anche Giugno sarà così. Il dato ormai è tratto: le prospettive a medio e lungo termine confermano che questa situazione anomala persisterà almeno per tutto il mese, con precipitazioni intense e abbondanti e temperature sempre inferiori alla norma del periodo.
L’estate, insomma, può aspettare. Probabilmente inizierà a luglio, ma non subito. Soltanto intorno a metà mese, o forse sarà una stagione che continuerà con queste anomalie, come nel 2002 quando però a giugno il caldo c’era stato eccome, prima di una clamorosa inversione di rotta. Scomodare l’anno senza estate del 1816 ci sembra ancora esagerato, ma la situazione è da monitorare.
Di certo c’è che oggi a differenza del passato, viviamo in una società che non è più in grado di vivere in armonia con i fenomeni dell’atmosfera. Non li accettiamo, non li ammiriamo, non li rispettiamo: vorremmo che tutto fosse come vogliamo noi. Prima doveva piovere perchè c’era la siccità, ma adesso non deve piovere perchè è giugno e dobbiamo andare a mare. Prima doveva fare più freddo perchè c’era il riscaldamento globale, adesso deve fare più caldo perchè d’estate come si possiamo stare senza l’abbronzatura? Insomma, non siamo mai contenti e qualsiasi cosa succeda ecco scattare gli isterismi della narrazione catastrofista sul cambiamento climatico. Ogni nubifragio diventa alluvione, ogni alluvione diventa “senza precedenti nella storia“, dimenticando che i fenomeni meteo estremi sono come i terremoti: naturali e inevitabili. L’unica cosa che possiamo fare per difenderci è costruire le opere dell’ingegno umano che evitano i danni: non si può fermare il maltempo, ma si può evitare che un fiume allaghi le città costruendo argini robusti, dighe, invasi, canali, casse di espansione, e mantenendo puliti i letti dei fiumi, gli stessi canali, i tombini e le caditoie.
No, l’alluvione in Emilia Romagna e i danni provocati dal maltempo in altre zone d’Italia non sono effetti del cambiamento climatico. Lo hanno dimostrato diversi studi scientifici, oltre a confermarlo i dati meteorologici storici. Sono fenomeni che ci sono sempre stati. Al contrario, se anziché rimanere ostaggio dei “no” animalisti e ambientalisti, avessimo fatto tutto ciò che bisognava fare per difendere il territorio, questi eventi naturali e ciclici non avrebbero provocato il disastro che si è verificato in più occasioni nei recenti episodi di maltempo.
Che poi non si capisce cosa questo cambiamento climatico starebbe incidendo: tutte le profezie di sventura sono rivolte a caldo e siccità, ma poi anche quando fa freddo e piove più del normale è sempre colpa del “clima impazzito“. L’impressione è che qualsiasi cosa succeda, anche la più delle normali, ormai a prescindere abbiamo deciso che è tutta colpa del cambiamento climatico. Un bell’alibi per scaricare le responsabilità di chi invece non applica la normale manutenzione del territorio e la difesa dal dissesto idrogeologico, tanto che quello di oggi sul clima è un dibattito tipicamente italiano.
E invece sarebbe molto più bello che ci godessimo questo periodo meteorologicamente così entusiasmante per quello che è. Scoprendo i meravigliosi meccanismi delle dinamiche dell’atmosfera. Studiando dal vivo cosa succede quando nasce un cumulonembo sulle montagna nelle ore centrali della giornata e poi si sposta verso coste e pianure spinto dalle correnti. Sarebbe così bello apprendere come funziona la meteorologia con la didattica meteo che il nostro Paese ci regala, più o meno ogni anno in primavera, quest’anno un po’ più tardi del solito perchè la stagione è stata molto fredda, e in modo più spettacolare del solito perchè è una fase straordinariamente instabile.
Dopotutto una sola cosa è certa: l’acqua che c’è sulla Terra non esce dal nostro pianeta. Si “ricicla” in modo infinito, tramite il ciclo dell’acqua che tutti abbiamo studiato alle elementari. E quindi se per un periodo piove di meno e c’è la siccità, poi è normalissimo che pioverà di più: la natura tende sempre a riequilibrare i propri estremi. Ed è banalmente, semplicemente, meravigliosamente quello che sta succedendo in Italia adesso. Ricordate gli strepiti catastrofisti di solo due mesi fa? La pianura Padana verso la desertificazione imminente? Il razionamento idrico? I sassi dell’Adige in parlamento? Ebbene, adesso per fortuna quell’emergenza non c’è più. Ha piovuto e sta piovendo così tanto che abbiamo già recuperato completamente tutto il deficit idrico annuo, e anche oltre. Il livello di laghi e fiumi è tornato ben al di sopra della norma, le falde acquifere si sono riempite, ci sono persino molti agricoltori che adesso auspichino che ritorni un po’ di sole eppure due mesi fa facevano la danza della pioggia.
C’erano i Santi in processione per chiedere al Signore di far piovere. Desiderio esaudito. Perché non va bene neanche così? Non possiamo semplicemente apprezzare il dono del Creato e goderci lo straordinario spettacolo meteorologico di questi giorni, il susseguirsi di nubi temporalesche suggestive e affascinanti, lo straordinario spettacolo di colori e profumi di una primavera fresca e piovosa, di paesaggi sempre più verdi e lussureggianti, del rumore dell’acqua impetuosa in fiumi e torrenti dove fino a due mesi fa ci raccontavano allarmati che di acqua in quei tratti non ne avremmo vista mai più per la desertificazione incombente causata dalle emissioni di anidride carbonica?
Erano e sono tutte infondate profezie terroristiche. All’opposto, di bello e genuino, c’è la possibilità di volgere lo sguardo al cielo e meravigliarsi per la grande bellezza della meteorologia.