Buon anno a tutti gli utenti di Meteo Castellana!
Abbiamo vissuto il periodo natalizio con il solito tempo anticiclonico condito da sole in abbondanza. Soltanto un po’ di freddo notturno ci ha ricordato che ormai da dodici giorni siamo entrati ufficialmente in inverno e che in condizioni di inversione termica (temperature più alte in quota che al suolo e nei fondovalle) è anche normale risvegliarsi con la brina sui tetti e nei campi, anche in assenza di flussi freddi attivi.
Questo 2017, invece, sembra intenzionato a cambiare totalmente il precedente assetto meteo-climatico e a mostrarci come la neonata stagione non sia cominciata soltanto sotto l’aspetto astronomico, ma sia anzi pronta a sferrare un potentissimo attacco, che se tutto va secondo le analisi modellistiche (ormai sufficientemente definite) di questi ultimi giorni, potrebbe ottenere un novero negli annali meteorologici.
Ma cosa sta accadendo e cosa accadrà nel corso dei prossimi giorni?
Attualmente, regge ancora sull’Italia un tenue regime anticiclonico, che riesce ancora a garantire tempo stabile e soleggiato quasi ovunque, sebbene entro la prossima notte la formazione di un minimo barico sottovento alle Alpi, in rapido trasferimento verso il Mezzogiorno d’Italia, determinerà un moderato peggioramento delle condizioni del tempo con nuvolosità in aumento e possibili brevi precipitazioni durante le ore pomeridiane di domani, martedì 3 gennaio. Preceduta da un moderato ed alquanto fresco Libeccio, e seguita da ancor più fresche correnti di Maestrale, questa breve fase d’instabilità avrà termine già alle prime luci di mercoledì, quando il sole tornerà a splendere, seppur alternato a temporanei annuvolamenti.
Si tratterà, tuttavia, di una breve pausa, dato che il deciso rinforzo di una cellula di alta pressione, con forti contributi subtropicali, tra Francia e Inghilterra sarà in grado di far tracimare aria molto fredda di origine artico-siberiana lungo il bordo orientale dell’alta pressione, finendo per favorirne lo “sbarco” direttamente sul centro-sud Italia. Qui, entro la sera di giovedì 5 gennaio, si attiverà un minimo di pressione, in approfondimento successivo tra Ionio e Grecia, che veicolerà con facilità masse d’aria molto fredda dall’Est europeo verso il bacino del Mediterraneo, dando vita a condizioni meteo-climatiche assolutamente invernali.
Si sommeranno agli effetti della circolazione depressionaria anche quelli del passaggio di aria fredda sull’Adriatico (ASE: “Adriatic Snow Effect”) e dell’addossamento orografico delle nubi lungo i versanti sopravvento alla circolazione fredda (“Effetto Staü”), con conseguente formazione di annuvolamenti via via più intensi, che inizialmente (nel corso di giovedì) provocheranno delle piogge in pianura e in collina e delle nevicate solo in montagna, ma che con il passare delle ore (e l’entrata più franca dell’aria fredda), trasformeranno la pioggia in neve fino a bassissima quota, se non in pianura entro le prime ore di venerdì 6 gennaio.
E proprio il giorno festivo dell’Epifania e le ventiquattr’ore successive sembrano essere al momento le due giornate maggiormente deputate a caratterizzare questa prima decade di gennaio a suon di intense nevicate, bufere di vento, mare grosso e brusco calo delle temperature.
Si pensi che a quota 1.450 mt. (850 hPa) si stimano valori che sul medio Adriatico potrebbero persino raggiungere i -15°C, mentre sul nostro comparto il range termico – attualmente rilevabile dai principali modelli matematici – va dai -6°C (ma con basse probabilità) ai -10/-12°C (elevate probabilità), con punte massime isolate addirittura di oltre -13°C! Tradotto in soldoni, ciò significa che andiamo incontro ad un’ondata di gelo intensa con valori termici che al suolo potrebbero restare per due giorni consecutivi al di sotto degli zero gradi, dando vita ad un perdurante episodio caratterizzato da “giornate di ghiaccio”, che manca sul nostro territorio da decenni.
Rispetto ai quantitativi delle precipitazioni nevose attese, è difficile – sin da oggi – stimare l’intensità fenomenologica dell’ondata di maltempo che sta per abbattersi sul nostro territorio, anche in virtù della complessità di calcolo dei modelli matematici nel sommare gli effetti perturbati a cui va incontro la Puglia in siffatte circostanze (circolazione depressionaria, ASE, Staü). Ciononostante, non si esclude l’eventualità che possa trattarsi, anche sotto il profilo degli accumuli nevosi al suolo, di un’ondata di neve da ricordare, con non meno di una trentina di centimetri di neve nel giro di 48 ore!
Nei prossimi giorni si dettaglieranno con dovizia gli ulteriori input rivenienti dalla modellistica e si cercherà di precisare tempi, intensità e conseguenti disagi dell’evento, ma questo articolo valga sin d’ora come un elemento di preallerta per eventi estremi.