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Il bilancio stagionale della Primavera 2023

La primavera meteorologia, conclusasi lo scorso 31 maggio, ha invertito completamente il trend della scorsa stagione.

Dopo un inverno particolarmente secco (-42.2% di pioggia in meno) e ben più caldo della norma (+1.85°C), la primavera 2023 si è caratterizzata per aver assunto un carattere eccezionalmente instabile, con frequenti precipitazioni e maltempo diffuso, fattori che hanno ovviamente inciso sulle due variabili principali del bilancio meteo stagionale: temperature e precipitazioni.

Nel dettaglio, sono stati soprattutto i mesi di aprile e maggio ad avere impresso la svolta decisiva, tanto rispetto al trend siccitoso quanto rispetto al surplus termico del passato inverno. Rispettivamente, aprile ha segnato un +72.9% in più di pioggia rispetto al valore medio, mentre maggio addirittura il 132% in più. Sul fronte delle temperature, invece lo scarto dalle medie è stato di -1°C per aprile e di -0.7°C per maggio.

In conclusione, la primavera meteorologica 2023 – compresi i valori di marzo, periodo durante il quale il trend invernale non si era ancora arrestato del tutto – ha presentato le seguenti risultanze:

  • temperature più basse della norma di -0.07°C ;
  • piovosità più alta della norma, con addirittura un +33.5%.

Dall’inizio dell’anno – e con un maggio così piovoso (al 9° posto tra i mesi di maggio più piovosi da quando si rilevano i dati pluviometrici) – abbiamo interamente riassorbito il deficit idrico dell’inverno. Pertanto, qualora le piogge dovessero risultare nei prossimi mesi anche solo in linea con i dati attesi dalle medie statistiche, finiremo il 2023 con una sommatoria sostanzialmente pari a quella rilevata dalle medie statistiche per Castellana.

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La grande bellezza della meteorologia: non permettiamo ai fanatici di rovinarla

Meteo Castellana, nello sposare pienamente le tesi e le riflessioni scritte nell’articolo pubblicato ieri su Meteoweb dall’amico Peppe Caridi, è lieta di condividere sulle sue pagine il suo elaborato. Buona lettura!

Dal punto di vista meteorologico è un periodo entusiasmante. Da ormai quasi due mesi si susseguono sull’Italia continui scenari di maltempo, caratterizzati spesso e volentieri nelle ultime settimane dall’instabilità pomeridiana di tipo termo-convettivo, trasformando l’Italia in una sorta di laboratorio meteorologico a cielo aperto. In queste condizioni, infatti, è possibile ammirare alcuni dei fenomeni meteo più estremi in assoluto dalla loro genesi alla loro conclusione nell’arco di poche ore, con spiccata variabilità e grandi sbalzi meteorologici a distanza di pochi chilometri.

E’ un periodo entusiasmante per tutti gli appassionati di meteorologia e gli osservatori dei fenomeni dell’atmosfera, in modo particolare i fotografi sempre a caccia di momenti interessanti da immortalare. Non c’è l’Anticiclone, non c’è alcun tipo di monotonia, che pure era stata prolungata in modo particolare al Nord con 16 mesi di pesante siccità fino a marzo 2023. Adesso questo periodo è alle spalle, ormai archiviato. Maggio è stato un mese di piogge eccezionali, ma soprattutto il secondo mese consecutivo che si è concluso con anomalie termiche negative in Italia e in gran parte d’Europa dopo quelle di Aprile. E attenzione: anche Giugno sarà così. Il dato ormai è tratto: le prospettive a medio e lungo termine confermano che questa situazione anomala persisterà almeno per tutto il mese, con precipitazioni intense e abbondanti e temperature sempre inferiori alla norma del periodo.

L’estate, insomma, può aspettare. Probabilmente inizierà a luglio, ma non subito. Soltanto intorno a metà mese, o forse sarà una stagione che continuerà con queste anomalie, come nel 2002 quando però a giugno il caldo c’era stato eccome, prima di una clamorosa inversione di rotta. Scomodare l’anno senza estate del 1816 ci sembra ancora esagerato, ma la situazione è da monitorare.

Di certo c’è che oggi a differenza del passato, viviamo in una società che non è più in grado di vivere in armonia con i fenomeni dell’atmosfera. Non li accettiamo, non li ammiriamo, non li rispettiamo: vorremmo che tutto fosse come vogliamo noi. Prima doveva piovere perchè c’era la siccità, ma adesso non deve piovere perchè è giugno e dobbiamo andare a mare. Prima doveva fare più freddo perchè c’era il riscaldamento globale, adesso deve fare più caldo perchè d’estate come si possiamo stare senza l’abbronzatura? Insomma, non siamo mai contenti e qualsiasi cosa succeda ecco scattare gli isterismi della narrazione catastrofista sul cambiamento climatico. Ogni nubifragio diventa alluvione, ogni alluvione diventa “senza precedenti nella storia“, dimenticando che i fenomeni meteo estremi sono come i terremoti: naturali e inevitabili. L’unica cosa che possiamo fare per difenderci è costruire le opere dell’ingegno umano che evitano i danni: non si può fermare il maltempo, ma si può evitare che un fiume allaghi le città costruendo argini robustidighe, invasi, canalicasse di espansione, e mantenendo puliti i letti dei fiumi, gli stessi canali, i tombini e le caditoie.

No, l’alluvione in Emilia Romagna e i danni provocati dal maltempo in altre zone d’Italia non sono effetti del cambiamento climatico. Lo hanno dimostrato diversi studi scientifici, oltre a confermarlo i dati meteorologici storici. Sono fenomeni che ci sono sempre stati. Al contrario, se anziché rimanere ostaggio dei “no” animalisti e ambientalisti, avessimo fatto tutto ciò che bisognava fare per difendere il territorio, questi eventi naturali e ciclici non avrebbero provocato il disastro che si è verificato in più occasioni nei recenti episodi di maltempo.

Che poi non si capisce cosa questo cambiamento climatico starebbe incidendo: tutte le profezie di sventura sono rivolte a caldo e siccità, ma poi anche quando fa freddo e piove più del normale è sempre colpa del “clima impazzito“. L’impressione è che qualsiasi cosa succeda, anche la più delle normali, ormai a prescindere abbiamo deciso che è tutta colpa del cambiamento climatico. Un bell’alibi per scaricare le responsabilità di chi invece non applica la normale manutenzione del territorio e la difesa dal dissesto idrogeologico, tanto che quello di oggi sul clima è un dibattito tipicamente italiano.

E invece sarebbe molto più bello che ci godessimo questo periodo meteorologicamente così entusiasmante per quello che è. Scoprendo i meravigliosi meccanismi delle dinamiche dell’atmosfera. Studiando dal vivo cosa succede quando nasce un cumulonembo sulle montagna nelle ore centrali della giornata e poi si sposta verso coste e pianure spinto dalle correnti. Sarebbe così bello apprendere come funziona la meteorologia con la didattica meteo che il nostro Paese ci regala, più o meno ogni anno in primavera, quest’anno un po’ più tardi del solito perchè la stagione è stata molto fredda, e in modo più spettacolare del solito perchè è una fase straordinariamente instabile.

Dopotutto una sola cosa è certa: l’acqua che c’è sulla Terra non esce dal nostro pianeta. Si “ricicla” in modo infinito, tramite il ciclo dell’acqua che tutti abbiamo studiato alle elementari. E quindi se per un periodo piove di meno e c’è la siccità, poi è normalissimo che pioverà di più: la natura tende sempre a riequilibrare i propri estremi. Ed è banalmentesemplicementemeravigliosamente quello che sta succedendo in Italia adesso. Ricordate gli strepiti catastrofisti di solo due mesi fa? La pianura Padana verso la desertificazione imminente? Il razionamento idrico? I sassi dell’Adige in parlamento? Ebbene, adesso per fortuna quell’emergenza non c’è più. Ha piovuto e sta piovendo così tanto che abbiamo già recuperato completamente tutto il deficit idrico annuo, e anche oltre. Il livello di laghi e fiumi è tornato ben al di sopra della norma, le falde acquifere si sono riempite, ci sono persino molti agricoltori che adesso auspichino che ritorni un po’ di sole eppure due mesi fa facevano la danza della pioggia.

C’erano i Santi in processione per chiedere al Signore di far piovere. Desiderio esaudito. Perché non va bene neanche così? Non possiamo semplicemente apprezzare il dono del Creato e goderci lo straordinario spettacolo meteorologico di questi giorni, il susseguirsi di nubi temporalesche suggestive e affascinanti, lo straordinario spettacolo di colori e profumi di una primavera fresca e piovosa, di paesaggi sempre più verdi e lussureggianti, del rumore dell’acqua impetuosa in fiumi e torrenti dove fino a due mesi fa ci raccontavano allarmati che di acqua in quei tratti non ne avremmo vista mai più per la desertificazione incombente causata dalle emissioni di anidride carbonica?

Erano e sono tutte infondate profezie terroristiche. All’opposto, di bello e genuino, c’è la possibilità di volgere lo sguardo al cielo e meravigliarsi per la grande bellezza della meteorologia.

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Configurazione barica bloccata. Il semaforo verde per l’estate non scatterà a breve

L’instabilità atmosferica si è impadronita dell’Italia e continua a manifestarsi con lo sviluppo di nubi termoconvettive in grado di arrecare piovaschi o rovesci temporaleschi. Ne abbiamo sperimentato gli effetti anche questo pomeriggio e per le prossime due o tre ore resteremo ancora nel bersaglio di altre celle temporalesche in arrivo dalla Murgia.Domani non andrà molto meglio. Durante il pomeriggio tenderanno a riformarsi addensamenti cumuliformi lungo le aree montuose con traiettoria est/nord-est, ovvero con propagazione dei probabili fenomeni temporaleschi ad essi associati verso la bassa Murgia barese.Solo giovedì e venerdì sembrano giornate più scevre da fenomenologia, benché ancora soggette ad aumento della nuvolosità durante le ore più calde della giornata.Come anticipato ieri, per sabato, al contrario, si attende un nuovo peggioramento del tempo con rinnovate condizioni d’instabilità ed incremento dell’attività cumuliforme ad evoluzione diurna con elevato rischio di celle temporalesche, specie durante le ore pomeridiane, ma con possibili interferenze anche al mattino e alla sera.Scopriremo con i prossimi aggiornamenti i dettagli per il weekend, ma resta confermata la tendenza ad un sostanziale blocco della configurazione barica in cui versa la nostra penisola, sulla quale sembra che in questa fase stagionale gli anticicloni non ne vogliano sapere di piazzare i loro quartier generali. Vedremo fino a quando si protrarrà questa situazione, ma non emergono al momento elementi di sblocco che possano far scattare il semaforo verde in tempi rapidi per il definitivo avvio dell’estate.

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