Caldo intenso e afa, non sarà di certo il 19 l’ultimo giorno di questa lunga infornata, ma ora c’è una luce in fondo al tunnel

Dalle ultime analisi modellistiche appare chiaro che questa terza onda di calore, cominciata l’11 luglio, non finirà il 19, cioè domani, come purtroppo quel punto interrogativo iniziale lasciava presagire. Nondimeno, si scorgono da ieri delle variazioni importanti nelle proiezioni di diversi modelli matematici, che indicano una probabile svolta sin dall’inizio della prossima settimana, con possibili anticipi persino nel corso del weekend.

Si tratta di sicuro di un credibile tentativo da parte delle correnti atlantiche di imporre una sorta di “limatura” all’invadenza del cuneo anticiclonico di matrice subtropicale. Una sfida che, se fosse vinta, inevitabilmente finirebbe per smorzare la canicola, riportando la colonnina di mercurio su valori più congrui e sopportabili. Il problema, tuttavia, resta quel “se”.

Sì perché sarà necessario ancora un’attenta riesamina delle diverse emissioni modellistiche che verranno elaborate nel corso dei prossimi giorni, prima di annunicare modalità e tempi della fine di questa lunga infornata africana.

Ora, infatti, sussistono ancora diversi margini di incertezza sulla reale forza del flusso atlantico di imporre un ridimensionamento dell’Anticiclone africano. Per dovere di cronaca – sebbene questa sia, tra le ipotesi, la meno probabile – va detto che se le correnti atlantiche scivolassero via verso i Balcani senza incidere in modo netto sulla curvatura ciclonica delle correnti in quota, e dunque sulle reali possibilità di avere un passaggio d’aria almeno moderatamente più fresca e instabile sulle nostre teste, allora si tratterebbe di una, non solo effimera, ma anche limitata pausa dal grande caldo, che tuttalpiù ci farebbe rifiatare per qualche giorno, forse però senza neppure concedere alle massime di scendere sotto la tacca dei 30 gradi.

Diverso sarebbe, al contrario, se lo scontro tra il titano anticiclonico e l’ancora indeciso flusso atlantico avvenisse proprio sui cieli d’Italia e si attuasse con la formazione in quota di una vera e propria area di bassa pressione in grado non solo di limare la cresta anticiclonica ma anche di attivare energie per la formazione di nubi e precipitazioni. In quest’ultimo caso, sì che un vero break estivo si concretizzerebbe sia sotto il profilo termico, con una diminuzione delle temperature certamente più percepibile, sia sotto il profilo atmosferico, con conseguente probabile ritorno delle precipitazioni.

Dobbiamo attendere, perciò, ancora un po’ prima di sapere quando usciremo concretamente dalla fase clou di caldo intenso che sta attanagliando il nostro territorio, ma almeno ora sappiamo che c’è una luce in fondo al tunnel.

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