Dal Ponte di Woejkoff al tunnel che ci porterebbe in primavera è un attimo, ma gli ostacoli non mancano

Séguita ad affluire aria molto fredda dall’Est Europa, complice la disposizione di un enorme area anticiclonica, disposta in senso obliquo dall’Atlantico alla Federazione russa, passando per le nazioni centro-settentrionali del nostro continente.

Dal fianco meridionale di questa struttura anticiclonica, nota agli esperti come “Ponte di Woejkoff” (dal nome del noto meteorologo russo che descrisse l’aggancio del sistema altopressorio atlantico con quello termico di origine russo-siberiana), un nuovo nucleo gelido in quota sta in queste ore impattando sulle regioni centro-settentrionali italiane del versante orientale della penisola, attivando ulteriori condizioni di freddo invernale, che sui primi contrafforti montuosi dell’Appennino centrale si manifestano sotto forma di nevicate fino a quote pianeggianti.

Dopo le spolverate di ieri, invece, la Puglia è al di fuori dell’area di influenza di quest’ultimo refolo gelido di estrazione artico-continentale, sebbene si mantengano ancora condizioni prettamente invernali con temperature inferiori alla media di circa 7 gradi.

Nel frattempo, sta prendendo vita – e si approfondirà nel corso delle prossime 24/36 ore – un minimo barico al suolo nei pressi di Malta, che condizionerà pesantemente il tempo di Sicilia e Calabria meridionale, dove sono attese precipitazioni ingentissime, che risulteranno nevose a quote di alta collina sulla Sicilia e a quote di media collina su Calabria, Basilicata meridionale e bassa Campania. Anche in questo caso, tuttavia, la Puglia sarà fuori da quest’area perturbata, e noi noteremo solo un innocuo aumento della nuvolosità per domani e venerdì, senza ulteriori conseguenze in termini di precipitazioni.

Per inciso, il Medicane (il MEDIterranean hurriCANE, ossia un ciclone simil tropicale) è una suggestione mediatica di sicuro impatto su molti individui, ma per formarsi una figura depressionaria di questo tipo sono necessari diversi fattori, che al momento appaiono improbabili, e soprattutto è necessaria una “transizione termodinamica” della struttura di bassa pressione, che in questo periodo dell’anno e nelle condizioni attualmente presenti sul Canale di Sicilia sembrano davvero surreali.
Ciononostante, sulle aree (specie della Sicilia orientale) in cui impatteranno i forti venti e le precipitazioni rivenienti da questa depressione vi saranno condizioni di vero maltempo e di alto rischio idrogeologico per possibili, anzi probabili, forti nubifragi di tipo alluvionale, che si tramuteranno in neve alle pendici dell’Etna con accumuli davvero ragguardevoli.
Sempre per inciso, immaginate poi quanto possa essere fuorviante e deleterio avere una testata giornalistica, che paga ilmeteo.it per avere il proprio servizio meteorologico e che sforna titoli di questo tipo per una porzione infinitesimale del territorio italiano. A voi l’ardua sentenza…

Da sabato l’alta pressione scenderà di latitudine e piazzerà dei massimi pressori al suolo fino a 1040 hPa sull’Austria determinando la sostanziale cessazione di questa lunga ondata di freddo invernale su buona parte del territorio nazionale.

Sabato potremo, dopo l’ennesima nottata fredda e a rischio di gelate, godere di un discreto soleggiamento e di temperature che, dopo una settimana, torneranno a valicare la soglia dei 10 gradi di massima. Domenica una possibile ritornante da est, in scivolamento lungo il bordo orientale dell’Anticiclone, potrebbe causare qualche annuvolamento, ma al momento appaiono scarse le probabilità di precipitazioni, che comunque risulterebbero a carattere di pioggia.

A più lunga scadenza dovremmo andare incontro ad una settimana (la prossima) governata da condizioni anticicloniche, che determinerebbero un sicuro rientro dei valori termici nell’alveo delle medie stagionali e favorirebbero una stabilizzazione atmosferica tale da impedire piogge per almeno altri 7/10 giorni.

L’inverno si chiuderebbe perciò con questo unico episodio di freddo?

Risposta ardua da dare ora, considerato che fine febbraio e marzo hanno statisticamente concesso all’inverno ghiotte occasioni per infliggere le stoccate più insidiose, soprattutto poi in vista degli effetti del previsto anomalo riscaldamento della Stratosfera i cui risvolti potrebbero cambiare le sorti del finale di stagione. Staremo a vedere.

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