Si sta chiudendo già in queste ore la parentesi invernale, che in quest’ultimo weekend ha fatto riassaporare agli amanti di questa stagione il “brivido” del freddo, del vento tempestoso dal grande nord e persino l’emozione di qualche sparuto fiocco di neve, seppur bagnato, o della classica gragnolata da irruzione fredda artica.
Questa mattina il freddo anticipatario ha ottenuto un lusinghiero risultato: 1.2°C di minima. Una temperatura così vicina allo zero – in novembre – non la si raggiungeva da 10 anni, così come non si verificava dal 2013 una gelata così precoce.
Ora, tuttavia, in attesa di un dicembre che prometterebbe faville per gli appassionati di freddo e neve, almeno secondo alcuni modelli matematici, novembre terminerà con la ripresa dell’autunno, delle correnti portanti prevalentemente orientate da sud-ovest e, conseguentemente, con il tipo di tempo che ci eravamo lasciati alle spalle prima dell’assaggio d’inverno.
Considerata la barriera appenninica, anche se di perturbazioni sull’Italia entro il finire della settimana ne giungeranno almeno un paio, difficilmente dalle nostre parti ciò si tramuterà in occasioni per nuove precipitazioni. Queste ultime saranno riservate ai versanti occidentali esposti al flusso umido oceanico, mentre, lato Puglia, al limite si potrà veder cadere qualche goccia d’acqua tra la prossima notte e le prime ore del mattino di domani e forse durante il mattino di giovedì.
In compenso, non farà mancare di certo la sua presenza il vento, che spirerà molto sostenuto di Libeccio per domani e prevalentemente dai quadranti meridionali per gran parte della settimana. Con queste correnti, inevitabile l’aumento delle temperature, che tenderanno presto a riportarsi in media o a spingersi anche oltre tale soglia tra giovedì e venerdì.