Si dice che la meteorologia è una “scienza quasi esatta”. Effettivamente, questo è un assunto veritiero perché in meteorologia non esiste la perfezione né, soprattutto, la precisione al 100%. Non per questo, però, si deve pensare che la meteorologia non sia una vera scienza, in quanto il suo studio e il suo sviluppo si basano su discipline scientifiche, come la matematica e la fisica e più precisamente la fisica dell’atmosfera, senza le quali la meteorologia non potrebbe esistere.
E a differenza della matematica e della fisica, la meteorologia produce “previsioni”, che per forza di cose sono approssimate e non possono essere intese come pure “anticipazioni delle realtà future”. Più precisamente, la meteorologia è una scienza probabilistica, perché esprime la probabilità di accadimento di un certo fenomeno nello spazio e nel tempo (sole, pioggia, neve, oggi, domani, in una certa località). Uno degli aspetti più fraintesi di questa disciplina è proprio il suo grado di approssimazione. Ma ciò da cosa dipende?
La mission impossible della meteorologia
Innanzitutto, per sapere che tempo farà è fondamentale avere una conoscenza quanto più accurata possibile delle condizioni atmosferiche attuali in tutti gli infiniti punti che ricoprono la superficie terrestre. Come si può facilmente intuire, una “mission impossible”! Si può aumentare il numero di stazioni meteorologiche ufficiali necessarie per raccogliere le informazioni che definiscono le condizioni meteorologiche iniziali in termini di temperatura, pressione, umidità, vento ecc., ma non si potrà mai averne un numero infinito; pertanto, la nostra conoscenza delle condizioni iniziali sarà necessariamente limitata.
I limiti dei modelli matematici
I modelli meteorologici, che ogni previsore consulta per cercare di individuare le condizioni del tempo e per formulare previsioni o bollettini, funzionano sulla base di leggi fisiche, ovvero equazioni molto complesse, che spesso non sono semplici da risolvere in tempi rapidi.
Sicuramente il miglioramento delle previsioni meteorologiche va di pari passo con l’aumento delle performance dei supercomputer, tuttavia, perché una previsione sia fruibile in uno spazio temporale utile, è necessario interrompere con anticipo la risoluzione dei calcoli, introducendo così un’altra inevitabile fonte di errore al risultato finale. Se poi a questo aggiungiamo che la durata di calcolo cambia a seconda della risoluzione del modello, ovvero delle dimensioni del quadratino di superficie (la cosiddetta “griglia” di risoluzione) per il quale si vuole elaborare la previsione del tempo, ecco spiegata l’approssimazione del risultato finale. Un esempio: per una previsione di 3 giorni sull’Italia, con un dettaglio di 8 km, occorre risolvere 300.000 miliardi di operazioni! Un milione di persone, impiegate 24 ore su 24 a svolgere tale mole di operazioni (5 secondi per ogni operazione), impiegherebbe circa 50 anni!
E il caos dove lo mettiamo?
Ipotizziamo per un istante che le limitazioni appena spiegate non esistano: dunque che sappiamo spiegare perfettamente tutti i fenomeni fisici che avvengono in atmosfera, che le osservazioni iniziali siano complete e che abbiamo a disposizione una potenza di calcolo illimitata. Ugualmente, non sarebbe possibile fornire previsioni meteo esatte al 100% perché l’atmosfera, per definizione, è un sistema caotico. Questo significa che piccolissime variazioni nelle condizioni iniziale dell’atmosfera in un certo punto (che stabiliscono il meteo attuale) possono propagarsi nei punti limitrofi e amplificarsi sempre più, modificando in questo modo gli “ingredienti” che danno origine ai fenomeni meteorologici. Il fenomeno è noto come “Effetto farfalla” e il suo slogan certifica paradossalmente la sua essenza intrinseca: il battito di ali di una farfalla in Giappone è in grado di generare un uragano in America.
L’affidabilità decrescente delle previsioni meteo. Altro che previsioni stagionali!
Tutto ciò consente di comprendere il motivo per cui, di conseguenza, l’affidabilità di un bollettino meteorologico decresce all’aumentare della distanza temporale, fino ad arrivare al punto in cui non ha più senso sbilanciarsi con una previsione: tirare a indovinare avrebbe la stessa accuratezza!
E, ovviamente, chi si occupa di questa materia non può non restare – per usare un eufemismo – perplesso quando qualcuno gli rivolge le fatidiche domande: «Ma quest’anno nevicherà?», oppure: «Come sarà l’estate?», e per raggiungere il top: «Sicuro che non pioverà al mio matrimonio tra 15 giorni?».
Ilarità e sconcerto a parte, le risposte evasive o equivoche, o le solite sottolineature di chi cerca di spiegare che una previsione oltre il 5° giorno in molte circostanze è già fallibile al 50% e che nessuno possiede la palla di cristallo per scoprire se tra 15 giorni l’abito bianco della sposa potrebbe diventare color fango, non sono dovute alla non-scientificità della meteorologia, ma all’estrema complessità del suo oggetto di studio e a tutti gli altri insormontabili ostacoli che ne limitano la precisione, con buona pace di tutti quelli che pensano di poter avere sul proprio smartphone una previsione affidabile al 100% e addirittura centrata sul proprio quartiere anche con un anticipo di molti giorni. Un sogno che, purtroppo, non potrà mai realizzarsi.
Il fascino della meteorologia
Un sogno o un incubo, per la verità, poiché chi ama la meteorologia ed i fenomeni atmosferici che questa materia individua, studia e cerca di prevedere, sa bene che il fascino di questa scienza quasi esatta sta anche nell’effetto sorpresa. Scoprire ad un certo punto che anche a breve termine una previsione è quasi “un terno al lotto” dà inevitabilmente il senso della straordinaria complessità dell’universo scientifico e di come l’uomo, pur attrezzandosi al massimo per conoscere i segreti che informano i processi fisico-matematici del tempo meteorologico, mai e poi mai potrà compiutamente competere con la grandiosità dell’universo che ci circonda.
A chi vi scrive tutto ciò dà la netta sensazione che siamo “creature” e non “creatori” e che per questo dovremmo pur maturare, prima o dopo, la consapevolezza che qualche tratto di umiltà nell’approcciarsi allo studio della meteorologia e della climatologia dovremmo anche acquisirlo, senza per questo arrenderci nella ricerca degli strumenti più adeguati che ci consentano di ottenere comunque il miglior risultato possibile.
Meteo Castellana è diverso
Meteo Castellana compie quest’anno ben 23 anni: «È fatto grande!» – diremmo con inflessione linguistica paesana. Ora si è rifatto anche il look ed è pronto ad offrire – a chi continuerà a fidarsi della sua professionalità e del suo stile non appiattito al moderno modo di concepire la meteorologia – un servizio sempre più accurato e tempestivo con un “occhio di riguardo” per il territorio della Puglia centrale, in cui la città di Castellana Grotte è pienamente ricompresa.
Non è un puro esercizio di stile, è un metodo diverso da quello di chi guadagna impressionando con i titoloni. Liberissimi – e ci mancherebbe! – di scegliere di consultare una semplice applicazione che vi indichi esattamente quanto pioverà e a che ora pioverà, ma sappiate che spesso le cose troppo facili non portano a risultati molto soddisfacenti.
Buon “tempo” a tutti!