L’analisi dei dati meteo del 2023 mette in risalto uno stravolgimento stagionale molto accentuato, che certamente si è ripercosso sui dati annuali complessivi, ma che si è reso particolarmente evidente nelle singole stagioni.
Difatti, eccettuata l’estate, che grossomodo non si è discostata di molto dai suoi normali canoni, ogni altra stagione ha rivelato pesanti anomalie. Per dirla in altri termini, l’inverno è stato poco inverno, la primavera è risultata piovosissima, mentre l’autunno non si è affatto comportato come autunno.
Se a questa valutazione molto immediata, ma piuttosto grossolana, affianchiamo l’accuratezza dei dati, ecco che la percezione di una sorta di smarrimento da parte del 2023 nel far corrispondere ciascuna fase meteorologica alla sua «normale stagione di appartenenza» risulterà lampante.
L’aspetto pluviometrico
Tra aprile e giugno si sono verificati gli scarti pluviometrici più stridenti (rispettivamente, 73, 132 e 277% di pioggia in più del normale) mentre, di converso, tutti gli altri mesi, eccetto gennaio, hanno presentato scarti negativi nella pluviometria di tutto rilievo, fino a giungere al 100% di pioggia in meno di luglio (cioè, nel mese non è mai piovuto). Ancor più significativa è la considerazione che durante gli ultimi mesi dell’anno, da settembre in poi (ossia nel periodo che dovrebbe racimolare la maggior parte dei quantitativi totali annui di pioggia), si è registrato uno scarto negativo medio di pioggia del 53%.
Giugno 2023 raccoglie i dati e le date più significativi dell’anno sotto il profilo pluviometrico: è stato il mese più piovoso di tutti e quello più piovoso del normale (come scarto dalla media), mentre il 15 giugno è risultato il giorno più piovoso di tutto l’anno (vedi immagine sopra a destra).
L’aspetto termometrico
E se la pluviometria ha offerto queste anomalie così rimarchevoli, non di certo molto più regolari sono apparsi i valori relativi al campo della termometria. Anche sotto questo profilo, sono stati proprio gli ultimi quattro mesi dell’anno ad aver stupito maggiormente mettendo in fila, uno dietro l’altro, una serie di anomalie termiche particolarmente accentuate, che in media già evidenziano tutta la loro discrepanza rispetto al dato statistico (+2.5°C), ma che poi, singolarmente, mettono in risalto anomalie ancora più acute.
Ottobre, ad esempio, con i suoi +3°C di scarto rispetto alle medie statistiche del periodo, ottiene il poco lusinghiero record assoluto storico mensile: è stato l’ottobre più caldo di sempre (almeno da quando si registrano valori termici in modo scientifico sulla nostra cittadina).
Il mese che, tuttavia, è risultato il più caldo di tutti è stato luglio ed in particolare il 24 luglio è stato il giorno più caldo di tutto l’anno con una massima di ben 40.4°C. Al contrario, è stato febbraio il mese più freddo e quello durante il quale si è registrata la temperatura più bassa di tutto l’anno: il 7 febbraio con +0.3°C (vedi immagine sopra a destra). Il mese più freddo del normale è stato invece aprile.
Il bilancio complessivo
Passando ai dati complessivi, il 2023, con i suoi 16.62°C di media, si posiziona al 6° posto tra gli anni più caldi dal 1958, mentre sotto il profilo pluviometrico l’anno passato si piazza al 76° posto (su 98) tra gli anni più piovosi o – sarebbe meglio dire in questo caso – al 23° posto tra gli anni meno piovosi degli ultimi 98 anni (partendo dal 1923 – anno dal quale si raccolgono dati pluviometrici certificati sul nostro paese – ma mancando le rilevazioni degli anni tra il 1953 e il 1955).
Il trend
Infine, ecco i trend, ossia la linea di tendenza complessiva:
- dal punto di vista termico, partendo dal 1958, il trend (calcolato secondo una linea di tendenza polinomiale del 4° grado) conferma l’andamento crescente delle temperature con un coefficiente angolare (pendenza della retta) di +0.464°C. Tuttavia, a partire dal 2020, il tendenziale aumento delle temperature appare con un trend complessivo decrescente, che nel 2023 si è attestato a -0.03°C. Rispetto al “change point” della variazione degli scarti rispetto alla media, avvenuto nel 1997 (anno a partire dal quale gli scarti sono prevalentemente di segno positivo, ossia ha sempre fatto più caldo del normale), negli ultimi 28 anni si evidenzia un aumento complessivo della temperatura media (calcolato sulla base della media mobile) su Castellana di +1.37°C.
- dal punto di vista pluviometrico, partendo dal 1923, non si riscontra un andamento della piovosità regolare inquadrabile in una linea di tendenza significativa. La pendenza della retta di regressione è difatti pari a 0. L’analisi, sebbene non particolarmente significativa, del trend complessivo (calcolato sempre secondo una linea di tendenza polinomiale del 4° grado) conferma un andamento sostanzialmente stazionario della piovosità, che solo dal 2010 in poi è divenuto impercettibilmente decrescente ed è attualmente attestato al -0.09%. Maggiormente indicativa appare, invece, la linea di tendenza espressa seconda una media mobile su base decennale, che identifica sul nostro comune almeno tre fasi di maggiore piovosità (fine anni ’30, anni 60’/’70 e primi due decenni del 2000) e due fasi di più ridotta piovosità (anni ’40 e anni ‘80/’90). Negli ultimi tre anni il trend appare fortemente decrescente con una media del 20% in meno. Rispetto al 2022, nel 2023 si è registrata una diminuzione nello scarto dalle medie del 12,87%.