perché si formano le nubi basse sull'Adriatico

Il gelo a due passi. Qui solo grigiore e nubi basse. Come mai si formano?

Continua il marginale afflusso d’aria fredda da est che fa seguito alla pesante ondata di freddo che attanaglia i Balcani e di gelo che sta investendo le restanti aree orientali dell’Europa.

Oltre alle basse temperature, sul medio e basso versante adriatico e sulla nostra Puglia, questo tipo di configurazione barica si manifesta con la formazione di un denso strato di nubi basse. Queste risultano improduttive in termini di precipitazioni, ma coprono il cielo in modo persistente, spesso totale, conferendo al paesaggio un aspetto grigio e uniforme.

È l’effetto di contrasto termico tra aria in uscita dal grande serbatoio gelido dell’Est Europa e aria più mite presente sul mar Adriatico.

L’aria fredda proveniente da est scorre sopra le acque del mare, che in inverno sono generalmente più calde rispetto all’aria sovrastante, generando un forte gradiente termico (differenza di temperatura) tra l’aria fredda e la superficie del mare più caldo.

L’aria fredda, a contatto con il mare, si riscalda nei bassi strati e raccoglie vapore acqueo per evaporazione. Questo aumento dell’umidità vicino alla superficie marina porta l’aria a diventare progressivamente più satura. Quando l’aria satura risale anche solo leggermente (ad esempio, per piccoli moti turbolenti), si raffredda e condensa, formando nubi basse. Queste nubi assumono spesso l’aspetto di strati uniformi o stratocumuli, tipici delle giornate grigie lungo le coste adriatiche.

Si tratta, in sostanza, di una versione attenuata dello stesso meccanismo che, in presenza di afflussi più intensi e persistenti di aria fredda da est (come nelle retrogressioni fredde), può innescare il noto Effetto ASE (Adriatic Snow Effect). In tali circostanze, la rapida saturazione dell’aria sopra le acque più calde del mare favorisce la formazione di nubi cariche di precipitazioni, spesso a carattere nevoso fino a quote bassissime, se non in pianura.

Nel caso attuale, invece, la portata del freddo e l’intensità dell’afflusso sono modeste, e ciò si traduce semplicemente in una fase dal sapore invernale, ma priva di fenomeni significativi. Resta il cruccio per il mancato affondo più occidentale del lobo del Vortice Polare: uno scarto di soli 3-400 km avrebbe potuto determinare scenari ben diversi, con i rigori del Generale Inverno pienamente protagonisti anche sulle nostre regioni.

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