Con la giornata odierna (in cui la massima ha superato i 10°C) possiamo ritenerci fuori dall’ondata di freddo che ci ha interessati nei giorni scorsi e che ieri mattina ha toccato il suo culmine con il valore minimo raggiunto su Castellana di -0.8°C.
Se si esclude qualche sparuto fiocco di neve svolazzante nel corso della serata di lunedì, possiamo ampiamente affermare che sotto il profilo delle precipitazioni questa ondulazione ciclonica a carattere freddo ha riguardato più il fattore termico che quello fenomenologico, a conferma – se ce ne fosse ancora bisogno – che anche quest’inverno sta dimostrando (almeno finora) di avere molte difficoltà a spingere direttamente sulla nostra penisola delle condizioni di freddo, per così dire, d’altri tempi e soprattutto la sua incapacità a creare le condizioni ideali perché si registri il ritorno della neve in grande stile, che – ricordiamolo – manca in questa forma dalle nostre parti dal 31 dicembre 2014.
E, in realtà, questa sorta di incapacità dell’inverno a fare in tutto o almeno in parte il suo “dovere” non è solo la constatazione di quel che è già accaduto durante il periodo già trascorso di questa stagione, ma appare, almeno nelle proiezioni di molti centri di calcolo, anche come un’anticipazione per il periodo che resta a disposizione della stagione fredda per provare ancora a farlo.
Difatti, anche se vi saranno nuove occasioni, anche nel breve e medio termine, per alcuni slanci meridiani delle correnti polari o artiche anche di una certa rilevanza (saccature profonde), la tendenza è per la persistenza del già visto schema barico che, grazie ad una eccessiva invadenza del campo anticiclonico atlantico, vede i flussi d’aria fredda prediligere sempre le medesime aree, ossia quelle dell’Europa orientale, con al limite un parziale coinvolgimento del medio/basso Adriatico, ma nulla di più.
È quanto, in verità, dovrebbe già accadere tra venerdì sera e sabato, con l’arrivo di una sventagliata fredda accompagnata da qualche fenomeno passeggero e soprattutto da un nuovo corposo abbassamento delle temperature, e quanto dovrebbe accadere attorno ai primi di febbraio, con una nuova spinta del Vortice polare verso sud, che in questo caso riuscirebbe ad “esprimersi” con un cut-off di una goccia fredda in quota, responsabile tuttavia in questo caso più di precipitazioni che di vero freddo, considerato che le masse d’aria realmente gelide resterebbero ben lontane anche dalle regioni adriatiche.
In conclusione, perciò, ci incamminiamo verso una fase di tempo moderatamente variabile, caratterizzata dall’alternanza di ondulazioni fredde, e talora piovose, inserite in pause anticicloniche più o meno durature, con tempo più stabile e aria più gradevole. Insomma, ancora, un inverno alquanto scialbo nelle sue ipotetiche potenzialità di stagione davvero fredda.