Dalle ultime carte meteo, dopo la netta scaldata di questi ultimi tre giorni, s’intravede già l’alba del ritorno del freddo.
Questa volta, tuttavia, non dovrebbe trattarsi della minaccia dell’avanzata del gelo artico o russo, come accaduto in parte la scorsa settimana, ma della conquista dei territori meridionali europei da parte delle correnti freddo-umide di origine polare-marittima.
Dopo l’avvezione calda delle correnti miti di Libeccio, anticipatrici del peggioramento del tempo in atto, la propulsione verso sud del ramo ovest del Vortice Polare cercherà di ridare fiato all’Inverno nel corso dei prossimi giorni, spazzando via l’aria mite.
Anche in questo caso, tuttavia, non sembrano rilevanti e duraturi gli effetti di quest’altro tentativo della trottola gelida dell’emisfero nord di imprimere una scossa decisiva alla stagione invernale. Difatti, sia per l’intensità non eclatante della percussione fredda da nord/nord-ovest, sia per la traiettoria (ancora una volta diretta troppo ad oriente) che prenderà il flusso settentrionale, quel che si prefigura per i primi giorni della prossima settimana è poco più che una rasoiata moderatamente fredda e ventosa associata a qualche rovescio di pioggia in collina e in pianura e a qualche nevicata sulle alture appenniniche, seppur a quote non poi così elevate.
In sintesi, perciò, nulla di cui preoccuparsi. Più che altro, dovremmo fare attenzione ad un comportamento – per così dire – sin troppo clemente del Generale Inverno, che potrebbe prefigurare un “piano di rientro” della stagione fredda con ritardi eccessivi e dannosi. In soldoni, non vorremmo che a breve e medio termine l’inverno si lasci soggiogare dalle lusinghe primaverili (cosa che già potrebbe accadere tra fine mese e gli inizi di febbraio, stando alle emissioni modellistiche degli ultimi giorni), ma poi tenti di dare la zampata decisiva in un periodo (parlando da un punto di vista agricolo) di vegetazione già avviata.