Si avvererà il sogno?

La magia della neve durante le festività natalizie

scenari fiabeschi

La magia della neve durante le festività natalizie

La neve nel periodo natalizio ha sempre rappresentato un qualcosa di magico. Nell’immaginario collettivo evoca un’atmosfera fiabesca e incantata, spesso presente in molte tradizioni, nei film e nelle canzoni natalizie.
E malgrado non sia mai stato il sud Italia il luogo prediletto per gustare quei fatati e candidi scenari nordici, non c’è quasi nessuno dalle nostre parti che non associ, meteorologicamente parlando, il Natale alla neve. Sarà forse perché non ci si arrende alle consuete condizioni meteo che per moltissimi anni (la stragran parte) si sono presentate sul nostro territorio in modo difforme, anzi quasi opposto, a quelle degli scenari da cartolina, o forse perché ci si aggrappa ancora a quelle rare occasioni durante le quali la cosiddetta “dama bianca” ha per davvero fatto visita alla Puglia proprio durante il magico periodo natalizio.

L’ultima volta è stata proprio quella del 31 dicembre 2014, che fa quasi il paio, in termini d’intensità, con quella del 2-3 gennaio 1993, che caratterizzò con fortissime bufere di neve l’inizio di quell’ormai lontano anno.

Tuttavia, sono state due le occasioni, finora mai più verificatesi, durante le quali la neve ha fatto la sua apparizione proprio nei giorni clou delle festività natalizie: Natale e Santo Stefano.

Più che fiabesca, fu quasi del tutto miracolosa la notte di Natale del 1984 quando, proprio allo scoccare della mezzanotte, caddero improvvisamente dal cielo fiocchi a falde larghe che in poco tempo ammantarono quella notte speciale, che divenne lucentissima come non mai.

Più intensa e altrettanto inconsueta per il periodo fu la nevicata di due anni dopo, che coincise invece con la seconda giornata festiva natalizia. Era Santo Stefano del 1986.

Il miracoloso, unico, Bianco Natale

Il 1984 è l’anno che riservò a diverse regioni italiane un Natale davvero memorabile, tanto per l’eccezionalità dell’evento che si ricorda quanto soprattutto per la sua coincidenza temporale.

In quella Vigilia di Natale di ormai 40 anni fa, proprio allo scoccare della mezzanotte, avvenne il “miracolo”. La retrogressione di un vortice ciclonico dai Balcani innescò le condizioni ideali affinché la mitica dama bianca potesse far visita al nostro territorio. E fu così che, mentre nelle diverse chiese si celebrava la solennità della Natività, larghi fiocchi di neve iniziarono a cadere sulla nostra cittadina sotto lo sguardo incredulo dei grandi e la gioia incontenibile dei piccini.

Il bianco S. Stefano

Quell’annata, stampata fotogramma dopo fotogramma nei ricordi indelebili di chi l’ha vissuta, fu seguita, a distanza di soli due anni, da un altro evento altrettanto speciale.

Nel 1986 non si trattò di un bianco Natale, ma di un bianco Santo Stefano. Anche in questo caso, furono le incursioni fredde da est a raggelare l’aria e la forte penetrazione verso sud di un lembo del Vortice Polare a determinare precipitazioni nevose anche piuttosto consistenti.

Dopo 40 anni, si riapre lo scrigno magico del “Bianco Natale”. Si avvererà il sogno?

Quest’anno, l’inizio dell’inverno è coinciso con una prima irruzione d’aria polare, a cui ne seguirà una seconda e più intensa a breve. Sempre di diretta estrazione polare-marittima, scatenata dal Vortice Polare e agevolata da una grande rimonta dell’Anticiclone delle Azzorre in Atlantico, la seconda massa d’aria fredda e instabile avrà come obiettivo proprio il nostro sud Italia e, malgrado nei bassi strati l’aria fredda, aggirando le Alpi, entrerà in parte dalla Valle del Rodano e in parte dalla Porta della Bora (e perciò non avrà caratteristiche gelide, come avviene in caso di afflussi da est provenienti dalla Russia), risulterà comunque sufficientemente fredda da farci trascorrere quasi tutta la settimana di Natale con temperature sottomedia.

La perturbazione inizierà a dare i primi frutti sul nostro territorio nella notte prossima, quella a cavallo tra domenica e lunedì, e sarà preceduta da un vigoroso rinforzo di correnti tra Ostro e Libeccio, che spireranno nella notte con raffiche fino a 60/65 Km/h.

Qualche pioggia, ma di poco conto, segnerà l’arrivo della perturbazione sempre nel corso della notte, ma poi, vento forte a parte, nel corso di lunedì le condizioni meteo miglioreranno in parte e anche le temperature tenderanno a risalire di qualche grado per via dell’afflusso dei venti meridionali.

Tuttavia, dopo mezzogiorno, è attesa la rotazione dei venti, dapprima ai quadranti occidentali, poi a quelli settentrionali, con immediato e verticale crollo delle temperature.

Nelle carte sopra riportate, a sinistra, la penetrazione dell’aria fredda in quota (in blu) e la formazione di un minimo barico sul basso Adriatico piuttosto profondo. A destra, le isoterme a 850 hPa, che non raggiungono quote inferiori ai -4°C a circa 1.500 metri di altitudine.
Nelle carte sopra riportate, l’indicazione degli accumuli di neve previsti al suolo secondo due autorevoli modelli matematici: a sinistra WRF su base ECMWF, a destra, ICON. Si denota, in entrambi i casi, come Castellana si ritrovi ai margini delle aree colorate, e quindi al massimo grado di incertezza.

Con il transito del minimo barico lungo il basso Adriatico, nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 la Puglia sarà esposta alla fase più perturbata di questa ondata di freddo con l’arrivo della ritornante ciclonica e con precipitazioni che risulteranno a carattere nevoso fino a 4/500 metri di quota (questa indicazione andrà comunque confermata con i prossimi aggiornamenti). In questo caso, specie se le precipitazioni dovessero presentarsi di una certa intensità (il che agevolerebbe il trasporto dall’alto verso il basso delle masse d’aria molto fredde presenti in quota), diverrà probabile che la neve giunga anche su Castellana, sebbene difficilmente tenderà ad attecchire al suolo e a creare accumuli, se non effimeri.

Beninteso, non è questa una chiara e precisa configurazione barica, tipica per registrare un episodio nevoso in grande stile per il nostro territorio. Mancano le termiche giuste, quelle che portano isoterme inferiori ai -5°C a 850 hPa sino alle nostre latitudini; manca un apporto diretto di masse d’aria al suolo da est o da nordest, ossia un afflusso di correnti provenienti dal comparto carpatico-danubiano o, peggio (in termini di intensità del freddo) dal Bassopiano sarmatico russo; manca insomma la classica retrogradazione gelida da est, l’unica che garantisce e certifica le elevate probabilità di neve a bassa o bassissima quota sulla nostra regione. Ciononostante, esiste quanto meno la possibilità, se non di registrare delle classiche e rilevanti nevicate, almeno di scorgere fioccate che non siano solo , per così dire, coreografiche, oppure di veder cadere rovesci di gragnola, che per almeno qualche ora potrebbero allietare chi attende, trepidante, una parvenza di “Bianco Natale”.

Tutto quello che accadrà dopo, durante la Vigilia e nel giorno di Natale, sarà affidato invece agli effetti che lo sfondamento dell’aria fredda sull’Adriatico causerà, e in particolare all’Effetto ASE (Adriatic Snow Effect), ossia al procedimento termodinamico di condensazione delle masse d’aria fredda in scorrimento lungo le acque più calde del mare e di conseguente costruzione di nuvolosità in grado di produrre altre precipitazioni. Ma di questo si parlerà più diffusamente nel coso dei prossimi aggiornamenti.

Ad ogni modo, se queste previsioni fossero confermate, dopo esattamente 40 anni, la dama bianca tornerebbe a far visita alla città delle grotte proprio in coincidenza del periodo immediatamente precedente il Natale.

Restate connessi per sapere l’evoluzione meteo alla luce dei prossimi aggiornamenti modellistici.

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