L’alta pressione domina la scena su mezza Europa. Ha il suo fulcro sull’Atlantico (Anticiclone delle Azzorre), ma estende la sua influenza in lungo e in largo fino ad inglobare a nord il Regno Unito, la Germania e la Polonia, ad est l’Italia e i Balcani e a sud il Maghreb.
Non c’è spazio in questo quadrilatero per precipitazioni e neppure per nubi significative all’infuori di parziali velature, come quelle che oggi solcano i cieli di parte del nostro comparto.
Tuttavia, nel corso dei prossimi giorni il campo anticiclonico subirà una sorta di rotazione in senso orario finendo per spostare i suoi massimi pressori dall’Atlantico al Regno Unito e per svuotare, conseguentemente, di pressione tutto il settore orientale dell’Europa. Il vuoto pressorio che lì si genererà verrà rimpiazzato da un rapido ed incisivo cavo d’onda depressionario con immissione di una notevole porzione di aria fredda polare in quota.
Se anche l’Italia fosse investita in pieno da tale cavo d’onda, a partire da giovedì, o al massimo da venerdì, vedremmo non solo il tempo cambiare repentinamente ma verremmo direttamente catapultati da un’appendice estiva in stile quasi agostano ad un clima autunnale tardo ottobrino, se non novembrino. Questo, in fondo, era sostanzialmente quello che molti siti di “avanspettacolo meteorologico”, e non di analisi seria e scientifica dei dati, avevano anticipato la scorsa settimana parlando di freddo russo in arrivo (in realtà, si ostinano ancora oggi a parlare di freddo russo).
Poi, per una provvidenziale applicazione di una sorta di legge del contrappasso meteorologico, così come tali siti si prendono gioco di coloro che continuano a consultarli in modo compulsivo, così la Natura si prenderà gioco di essi operando in modo ben difforme da quanto pronosticato inopportunamente con tanto anticipo.
Avverrà, difatti, che quella pulsione del Vortice Polare, anziché proiettarsi in modo diretto verso l’Italia, approderà sull’Est Europa, lambendo soltanto il versante adriatico e producendo conseguenze molto meno gravose di quelle previste, anzi ventilate “ad minchiam” la scorsa settimana.
In sintesi, perciò, sebbene tra giovedì e venerdì il tempo cambierà e le temperature comunque si abbasseranno, di sicuro:
- Non andremo incontro ad alcuna ondata di freddo russo,
- Rischiamo di non vedere neppure una goccia d’acqua.
Difatti, dopo altri due giorni di tempo squisitamente estivo, con termometro che tra domani e dopodomani potrebbe spingersi sufficientemente in alto per tallonare (se non raggiungere) i 30 gradi, da giovedì dobbiamo mettere in conto un peggioramento delle condizioni atmosferiche con nubi in aumento e possibilità di precipitazioni nel corso della seconda parte del giorno, tutte ancora però da definire nel dettaglio e a rischio comunque di essere completamente vanificate. A seguire, giungerà anche un po’ di fresco settembrino (non ottobrino, perciò, né novembrino e né tanto meno russo), ma con temperature massime che supereranno ampiamente i 20 gradi e che solo di notte e al primo mattino potrebbero scendere per qualche giorno al di sotto dei 15 gradi.