La neve su Castellana

reportage

Le tappe della dama bianca sulla città delle grotte dal 1956 a oggi

 
La neve, rarità non eccezionale
Le nevicate in Puglia rappresentano eventi rari e spesso memorabili, poiché la regione è caratterizzata da un clima tipicamente mediterraneo con inverni relativamente miti e precipitazioni nevose generalmente limitate alle aree più interne o montuose.
Ciononostante, alcune configurazioni bariche, come la retrogressione di noccioli d’aria fredda in quota in spostamento da nordest verso sudovest o afflussi d’aria artico-continentale di matrice russo-siberiana, possono determinare – e hanno più volte effettivamente causato – delle nevicate anche rimarchevoli, alcune delle quali hanno assunto rilevanza di portata storica tanto per la loro oggettiva intensità, e perciò rarità per l’area climatica pugliese, quanto per le conseguenze che hanno determinato sia in termini di danni all’agricoltura che in relazione ai disagi sulla mobilità/viabilità.
In totale (senza ovviamente menzionare le volte in cui l’apparizione della neve si sia manifestata più che altro come una semplice fioccata o un’effimera, coreografica precipitazione) dal 1956 al 2024 la neve sulla città delle grotte è caduta per ben 22 volte lasciando accumuli al suolo che per 17 volte sono stati compresi tra i 5 e i 20 cm., mentre nelle altre restanti occasioni hanno superato almeno il mezzo metro di altezza.

Le nevicate di rilevanza storica
Sono state 5: la prima, da cui parte questa trattazione, e la più importante in assoluto, tanto per la sua intensità quanto per l’indelebile ricordo che ha lasciato nella mente di chi l’ha vissuta e ne ha tramandato le peculiarità, è stata quella del 1956. Le altre, di minore entità ma di certo ragguardevoli sia per la loro intensità (in termini di accumuli nevosi al suolo) che per la loro durata, sono state, in ordine di tempo, le nevicate del 1963, del 1987, del 1993 e, per ultima, la nevicate del 31 dicembre 2014.

La periodicità delle precipitazioni nevose
Non vi è alcun intervallo regolare o una cadenza anche solo vagamente attribuibile ad una ciclicità in questi ultimi 68 anni. Le storiche grandi nevicate, dopo il 1956 che indubitabilmente mantiene il primato assoluto sino ad oggi, si sono ripetute (seppur con le dovute differenze in termini di intensità) a scadenza di 7, 24, 6 e 21 anni.

I giorni nevosi
Complessivamente si segnalano 52 giorni nevosi tra il 1956 e il 1999 (in 43 anni) e 31 dal 2000 in poi. Come mese più innevato di tutti vince febbraio con 33 giorni, segue gennaio con 23, marzo con 16, dicembre con 9 e chiude aprile con 2 (l’unica occasione è stata quella del 2003). Quanto a novembre, invece, non si segnalano mai accumuli di neve al suolo, ma vi sono state almeno un paio di occasioni in cui comunque la neve ha fatto la sua, seppur fugacissima, apparizione (primo fra tutti il 10 novembre 1981, al momento la fioccata più precoce).
Dal confronto tra le annate nevose del secolo scorso e quelle successive al 2000 si evince una tendenza nelle seconde:
 
– ad un forte, drastico decremento dei giorni di neve relativi a gennaio (da 21 a 2);
– ad un moderato decremento di quelli relativi a dicembre e a marzo (rispettivamente, da 6 a 3 e da 11 a 5);
– ad un moderato incremento dei giorni nevosi che occorrono in febbraio (da 14 a 19).

I giorni statisticamente più bianchi
Un’ultima curiosità. Le giornate in cui è capitato più spesso che nevicasse sulla nostra cittadina sono state quelle del 6 e 7 febbraio (per ben 4 volte in 68 anni).

I giorni “bianchi” tra vecchio e nuovo millennio

stazione di Castellana Grotte - neve del 1956

Le tappe del Novecento

Ecco le date delle nevicate su Castellana dal 1956 al 1999 nella tabella riportata in basso (clicca sull’anno per scoprire in quali giorni è nevicato).

3-8, 12, 15 febbraio / 9, 10, 13, 14 marzo

16-19 dicembre

22-28 gennaio / 1, 2 febbraio

3, 7, 18, 19 febbraio

8, 9, 11-14 gennaio

2, 3, 14, 16 gennaio

25 dicembre

26 dicembre

6-11, 15, 17 marzo

2, 3 gennaio

30, 31 gennaio

neve del 14 febbraio 2009

Le tappe del nuovo millennio

Ecco le date delle nevicate su Castellana dal 2000 in poi nella tabella riportata in basso (clicca sull’anno per scoprire in quali giorni è nevicato).

18, 19 febbraio / 1° marzo / 7, 8 aprile

6, 22 febbraio / 1° marzo

6, 7 febbraio

14-16 dicembre

14, 15, 18, 19 febbraio

6-9, 13, 14, 16, 17 febbraio

30, 31 dicembre

17, 18 gennaio

26-28 febbraio

23, 25 febbraio

1, 8 marzo

l’ultima grande nevicata

La neve di S. Silvestro 2014

È stata l’ultima degna di nota. Ebbe inizio nella notte tra il 30 e il 31 dicembre 2014 e terminò solo al mattino di quell’ultimo dell’anno, che a memoria d’uomo mai fu così bianco sulla città delle grotte. In quella notte la neve cadde copiosissima e accumulò una coltre di circa 40 cm. in media di soffice manto nevoso che, se da un lato, mandò in estasi chi desiderava ardentemente che le festività natalizie si tingessero di bianco, dall’altro, mandò in fumo i programmi dei festeggiamenti dei numerosi cenoni di S. Silvestro, con pesanti conseguenze economiche soprattutto da parte dei ristoratori.

La seconda nevicata più importante degli ultimi 70 anni: marzo 1987

La più spettacolare nevicata degli ultimi decenni, prima di citare il mitico e insuperabile 1956, è stata quella del marzo 1987.

In quell’occasione gelo e neve tennero banco per oltre due settimane e gli accumuli furono così ingenti che residui di neve, spalata e spostata ai bordi delle strade, resistettero fino ad aprile.

In otto giorni di neve (6-11, 15, 17 marzo) su Castellana si accumularono ben 80 cm. di candido manto nevoso, che in alcune nottate si accumulò anche per mezzo di precipitazioni temporalesche a carattere nevoso.

Eloquenti le immagini della fase clou dell’evento. Nella carta in alto a destra si denota una bolla enorme d’aria freddissima in quota sospinta in moto retrogrado da correnti orientali, a loro volta attivate da un maestoso blocco anticiclonico (Anticiclone Russo-Siberiano). Nella carta in basso il prodotto di questo trambusto atmosferico d’altri tempi alla quota di 850 hPa, ove è facile individuare, dai colori tra il blu intenso e il violaceo, la straordinaria intensità del freddo proveniente da est, con temperature che a circa 1.500 metri d’altitudine (850 hPa) misuravano -20°C sulla Penisola Balcanica, a due passi dall’Adriatico.

La bufera del 1993 (il Burian di Capodanno)

Il 2 gennaio 1993 la Puglia fu colpita da una violenta bufera di neve che interessò gran parte della regione, causando gravi disagi. Fu un evento meteorologico eccezionale, caratterizzato da nevicate intense e abbondanti, anche in aree pianeggianti e costiere, dove solitamente la neve è un fenomeno raro.

Le città pugliesi, incluse Bari, Lecce e Taranto, si trovarono improvvisamente imbiancate, con accumuli di neve che in alcune zone raggiunsero livelli record. Le temperature scesero drasticamente, contribuendo alla formazione di ghiaccio sulle strade, che rese difficili i collegamenti e provocò interruzioni nella viabilità.

Questo evento rimane nella memoria di molti pugliesi come uno degli inverni più rigidi degli ultimi decenni. Si trattò di un’ondata di sferzante Burian che in poche ore ricoprì anche Castellana di uno spessissimo manto di neve, ben superiore al mezzo metro di altezza, che in alcune aree raggiunse anche gli 80 cm.

Il 1979: “Mai così freddo”

Prima dell’87, non può non menzionarsi il 1979. Quell’anno partì in quarta e finora resta il vincitore assoluto del premio “Mai così freddo“. Appartiene al 3 gennaio di quell’anno, infatti, il record per Castellana, come quello di moltissimi centri del sud Italia, di temperatura più bassa mai registrata da quando si raccolgono dati meteorologici.
In quell’occasione una breve ma intensissima bordata d’aria artico-continentale riuscì a spingere un’isoterma di -13°C alla quota di 850 hPa direttamente nel cuore della Puglia, portando alla minima più bassa mai registrata su Castellana: -7°C!
In quel giorno – cosiddetto “di ghiaccio” – anche la massima non riuscì a superare lo zero e si attestò a soli -2.2°C.
Tra il 2 e il 3 gennaio nevicò con forti raffiche di vento, ma gli accumuli al suolo furono comunque abbastanza modesti.

Gennaio 1968, la neve sulle Fanove

Da manuale della meteorologia fu la pervicace, irruenta e lunga ondata di gelo e neve che una struttura barica – cosiddetta “ad omega” – riuscì a imbastire nel gennaio 1968 (vedi video a destra) su gran parte del comparto orientale dell’Italia e che produsse non solo discreti accumuli di neve su molte regioni della nostra penisola, e in particolare sulla Puglia, ma che diede vita anche ad intense gelate dall’11 al 15 gennaio. È l’unica volta (almeno negli ultimi 70 anni) in cui è nevicato copiosamente a Castellana nel giorno delle Fanove.

Fu un tipico inverno con caratteristiche da “Stratwarming”, quando cioè si riproduce un repentino surriscaldamento della stratosfera sul Polo nord con successive ripercussioni anche in troposfera, la sezione atmosferica nella quale ritroviamo le figure bariche (alte e base pressioni, che direttamente influenzano le condizioni meteo sulla Terra). Negli ultimi giorni del dicembre 1962 e nei primi giorni del gennaio 1963, a 42km di altezza, sopra il Polo Nord, la temperatura salì a oltre 60°C e subito dopo iniziarono a scatenarsi gli assalti freddi di natura artico-continentale, che diedero vita a quella straordinaria invernata.

L’invernata “perfetta”: l’Inverno 1963

Era il 1963. E quell’inverno è stato mediamente in Europa il più freddo di tutto il XX secolo, tanto da essere passato alla storia come “L’Inverno del Gelo“ o la cosiddetta “Invernata perfetta”.

Un superanticiclone atlantico – in posizione quasi sempre anomala – ebbe modo di favorire a più riprese almeno tre grandi ondate di freddo e gelo che si abbatterono, oltre che su buona parte del continente europeo, anche sull’Italia. Dalle nostre parti furono soprattutto due le ondate che regalarono abbondanti nevicate: dal 22 al 28 gennaio seguite dal bis dell’1 e 2 febbraio.

la nevicata del secolo

Il celeberrimo, indimenticabile 1956

Indelebile, storico, apparentemente irripetibile

Straordinario, unico, finora mai superato, quello del 1956 resta tuttora l’inverno del record assoluto di accumulo di neve al suolo sulle nostre Murge.

Tra quel famigerato 3 febbraio 1956 e la metà di marzo, il manto nevoso sul nostro comparto raggiunse 1 metro e mezzo di altezza, ma in alcune aree interne murgiane si toccarono anche i 2 metri.

E sono infiniti, emozionanti e ancora molto vividi i ricordi di coloro che hanno vissuto in prima persona quell’evento storico e che ne hanno tramandato non solo l’eccezionalità del suo travolgente “bianco”, ma anche le sue sfumature “grigie” d’amarezza che le estreme condizioni meteorologiche di quel lungo e gelido inverno aggiunsero alle difficoltà e alle privazioni che già affliggevano in quegli anni le aree rurali del meridione d’Italia.

Le nevicate minori

La neve di marzo 2022

Fuori stagione, come spesso accaduto dalle nostre parti, ecco alcuni video ed alcune foto della nevicata di marzo 2022.

La neve di febbraio 2012

6-9, 13, 14, 16, 17 febbraio. Furono questi i giorni bianchi di quell’altra annata coi fiocchi per la nostra zona. La Murgia barese fu imbiancata dalla dama bianca a più riprese, come testimonia anche l’immagine da satellite, che scorge gli accumuli al suolo sulle nostre terre quasi come se fossero i ghiacciai delle Alpi.

La neve di febbraio 2009

In quell’annata furono ben 4 (il 14, 15, 18 e 19) i giorni di febbraio in cui la neve fece visita al nostro paese.

scenari fiabeschi

La magia della neve durante le festività natalizie

La neve nel periodo natalizio ha sempre rappresentato un qualcosa di magico. Nell’immaginario collettivo evoca un’atmosfera fiabesca e incantata, spesso presente in molte tradizioni, nei film e nelle canzoni natalizie.
E malgrado non sia mai stato il sud Italia il luogo prediletto per gustare quei fatati e candidi scenari nordici, non c’è quasi nessuno dalle nostre parti che non associ, meteorologicamente parlando, il Natale alla neve. Sarà forse perché non ci si arrende alle consuete condizioni meteo che per moltissimi anni (la stragran parte) si sono presentate sul nostro territorio in modo difforme, anzi quasi opposto, a quelle degli scenari da cartolina, o forse perché ci si aggrappa ancora a quelle rare occasioni durante le quali la cosiddetta “dama bianca” ha per davvero fatto visita alla Puglia proprio durante il magico periodo natalizio.

L’ultima volta è stata proprio quella del 31 dicembre 2014, che fa quasi il paio, in termini d’intensità, con quella del 2-3 gennaio 1993, che caratterizzò con fortissime bufere di neve l’inizio di quell’ormai lontano anno.

Tuttavia, sono state due le occasioni, finora mai più verificatesi, durante le quali la neve ha fatto la sua apparizione proprio nei giorni clou delle festività natalizie: Natale e Santo Stefano.

Più che fiabesca, fu quasi del tutto miracolosa la notte di Natale del 1984 quando, proprio allo scoccare della mezzanotte, caddero improvvisamente dal cielo fiocchi a falde larghe che in poco tempo ammantarono quella notte speciale, che divenne lucentissima come non mai.

Più intensa e altrettanto inconsueta per il periodo fu la nevicata di due anni dopo, che coincise invece con la seconda giornata festiva natalizia. Era Santo Stefano del 1986.

Il miracoloso, unico, Bianco Natale

Il 1984 è l’anno che riservò a diverse regioni italiane un Natale davvero memorabile, tanto per l’eccezionalità dell’evento che si ricorda quanto soprattutto per la sua coincidenza temporale.

In quella Vigilia di Natale di ormai 40 anni fa, proprio allo scoccare della mezzanotte, avvenne il “miracolo”. La retrogressione di un vortice ciclonico dai Balcani innescò le condizioni ideali affinché la mitica dama bianca potesse far visita al nostro territorio. E fu così che, mentre nelle diverse chiese si celebrava la solennità della Natività, larghi fiocchi di neve iniziarono a cadere sulla nostra cittadina sotto lo sguardo incredulo dei grandi e la gioia incontenibile dei piccini.

Il bianco S. Stefano

Quell’annata, stampata fotogramma dopo fotogramma nei ricordi indelebili di chi l’ha vissuta, fu seguita, a distanza di soli due anni, da un altro evento altrettanto speciale.

Nel 1986 non si trattò di un bianco Natale, ma di un bianco Santo Stefano. Anche in questo caso, furono le incursioni fredde da est a raggelare l’aria e la forte penetrazione verso sud di un lembo del Vortice Polare a determinare precipitazioni nevose anche piuttosto consistenti.

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