L’Equinozio di primavera può capitare il 19, il 20 o il 21 marzo, ma da qualche anno, e fino al 2102, non capiterà più il 21 marzo ma il 20 o talvolta il 19 marzo. Ciò non è per una convenzione o un errore. Difatti, l’Equinozio di primavera, contrariamente da quello che abbiamo imparato da bambini e da quanto stabilito inizialmente dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. e poi confermato nel 1582 da Papa Gregorio XIII, non cade necessariamente in una data prestabilita; e quando si parla di questo evento astronomico ci si dovrebbe riferire non a un giorno, ma a un istante, che è quello in cui il Sole si presenta all’intersezione tra l’eclittica e l’equatore celeste. Questo istante cade oggi alle 11:29 (ora locale).
Ovviamente non è il Sole a muoversi, ma è la Terra a raggiungere il punto della sua orbita in cui apparentemente la nostra Stella sembra compiere questo passaggio, e tale punto è quello in cui l’asse terrestre, che possiede un’inclinazione di 23°27’ (motivo per cui eclittica ed equatore celeste non cadono sullo stesso piano), è quasi parallelo al Sole e quindi i raggi della nostra Stella arrivano perpendicolarmente o quasi sulla superficie terrestre, permettendo una suddivisione perfetta tra le ore di luce e quelle di buio (dal latino aequinoctium, derivato a sua volta da “aequa-nox” cioè «notte uguale» in riferimento alla durata del periodo notturno uguale a quello diurno).
Ciononostante, e a discapito dello stesso nome Equinozio, non è neppure vero che in questo giorno, o nel suo corrispettivo autunnale, le ore di luce siano esattamente quante quelle di buio. Le prime sono leggermente di più a causa dell’effetto dell’atmosfera terrestre (vediamo la luce del giorno da prima che il Sole sorga a dopo che esso è tramontato). È vero invece che nel giorno dell’Equinozio di primavera (come in quello d’autunno), all’equatore, il Sole sorge perfettamente a Est e tramonta perfettamente a Ovest. Oggi, poi, al Polo Nord comincia il giorno più lungo: terminerà solo fra sei mesi, a settembre, con l’equinozio d’autunno, quando comincerà la lunga notte, ovvero sei mesi di buio in attesa del ritorno di marzo. Il contrario avviene invece al Polo Sud.