Cambiamenti radicali in vista

L’ultima settimana dell’autunno meteorologico e il profumo d’inverno

L’ultima settimana di novembre

Sotto una cupola anticiclonica di matrice subtropicale, che ci sta regalando una fase di bel tempo autunnale, è cominciata l’ultima settimana di novembre e con essa anche gli ultimi giorni dell’autunno meteorologico. Dal 1° dicembre, per convenzione voluta dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, ci ritroveremo nell’inverno meteorologico, sebbene dovremo aspettare altri 20 giorni (il Solstizio) per entrare ufficialmente (in senso astronomico) nella stagione fredda per eccellenza.

L’irraggiamento notturno e i casi eclatanti di freddo delle bassure pugliesi

Intanto, un profumo d’inverno lo stiamo comunque avvertendo già nel corso di questi ultimi giorni per due fattori: la cosiddetta “rasoiata artica”, che sabato scorso ha provocato dalle nostre parti persino una leggera imbiancata causata da rovesci di gragnola, e soprattutto per l’irraggiamento notturno, che consente una forte e rapida perdita di calore durante le ore notturne in concomitanza di altri tre fattori meteorologici fondamentali: la presenza di condizioni anticicloniche (con correnti discendenti che accumulano nei bassi strati l’aria fredda sopraggiunta nei giorni precedenti), l’assenza di vento (che evita il rimescolamento tra i diversi strati sovrapposti dell’aria, determinando, specie nelle bassure, l’accumulo e lo stazionamento delle masse d’aria più pesanti, ossia quelle fredde) e l’assenza di nuvolosità durante le ore notturne (che consentendo al calore di disperdersi verso l’alto, non essendo intrappolato da strati nuvolosi, consente un raffreddamento corposo dell’aria fino all’alba).

Il Canale di Pirro visto dall’alto. Photo Credit: Terre di Fasano (https://www.terredifasano.it/)

Per tutti questi fattori sono state diverse le località della nostra Puglia centrale ove, soprattutto questa mattina, si sono registrati valori minimi di pieno stampo invernale, seppur in mancanza ormai di una fonte diretta di freddo, quale sarebbe potuta essere un afflusso d’aria continentale o artico. Se Castellana si è fermata a solo 1.7°C di minima, vanno certamente menzionate almeno due zone ove la colonnina di mercurio è addirittura scesa abbondantemente sotto lo zero: la stazione meteo di Contrada Ronziello (tratto della SS. 172 tra Locorotondo e Martina Franca), che ha segnato -1.7°C, e la vicinissima (per Castellana) stazione di Contrada Cocolicchio, posta sul Canale di Pirro, che ha addirittura registrato una minima di ben -5.2°C.

Il microclima del Canale di Pirro

È ovvio che si tratta di casi specifici, che non offrono un quadro – per così dire – esaustivo della portata reale della breve fase di freddo vissuta nelle ultime 72 ore sulle nostre terre, poiché rappresentano delle specificità molto peculiari, una sorta di “esasperazione” delle condizioni termiche per questioni di tipo orografico. Prendendo ad esempio il caso del Canale di Pirro, va infatti sottolineato che quell’area è una dolina, ossia una cavità di origine carsica rappresentata da un lungo solco (un avvallamento) che si estende per circa 1200 metri raggiungendo una profondità anche di 100 metri rispetto alle cime dei colli soprastanti. In quell’avvallamento, nelle attuali condizioni meteorologiche (quelle precedentemente descritte) l’aria fredda, che risulta molto più pesante di quella calda, ristagna nel fondovalle e impone un abbassamento termico che può persino far registrare scarti termici (nel raggio di pochi chilometri di distanza tra due distinti punti di rilevazione) di molti gradi di differenza. Eclatante, anzi quasi incredibile è il caso di questa mattina con la soprastante area della Selva di Fasano, che segnava 6°C di minima e, a distanza di pochissimi chilometri, il sottostante Canale di Pirro, che ne faceva registrare più di 11 in meno!

Rete di monitoraggio Supermeteo (clicca per ingrandire)

Anche questo è il fascino della nostra terra, oltre a quello della meteorologia, che ci riserva sempre sorprese e ci permette di provare stupore di fronte alla potenza di Madre natura.

Ma ora veniamo al tempo che farà.

L’evoluzione meteo

Fino a mercoledì quel profumo d’inverno verrà sempre meno e resterà radicato solo nei valori minimi delle località più orograficamente predisposte all’irraggiamento notturno. Sulle altre località della nostra Puglia centrale i valori minimi saliranno gradatamente, mentre quelli massimi raggiungeranno nuovamente soglie di 17/18°C, complici anche le prevalenti correnti meridionali che spireranno al suolo.

Gradatamente aumenterà anche la nuvolosità, sebbene fino a giovedì il sole potrà ancora avere la meglio sulle nubi. A seguire, invece, si profila un notevole cambiamento del tempo per la formazione e lo sviluppo di due figure bariche antagoniste ma strettamente interdipendenti.

Il cambiamento atteso da venerdì 29

Da venerdì 29, infatti, proprio la strutturazione, tanto al suolo quanto in quota, di un’area anticiclonica sull’Europa centrale favorirà, come contraltare, lo scivolamento verso sud di un ramo del Vortice polare con la proiezione di un’ansa depressionaria che tenderà a staccarsi dalla figura ciclonica madre e ad avere vita propria, configurandosi come una struttura ciclonica chiusa (ma attiva a più livelli), dunque un vortice ciclonico a tutti gli effetti.

Vortice ciclonico intrappolato all’origine di una prolungata fase di maltempo
La forte anomalie barica positiva su gran parte d’Europa (rosso) e la “gabbia” ciclonica sull’Italia centro-meridionale (in blu)

Questa insidiosa figura depressionaria inizierà ad agire sul nostro territorio a partire dalla seconda parte di venerdì, dapprima con un aumento della nuvolosità e con il rinforzo dei venti di Maestrale, poi con un notevole abbassamento delle temperature e con l’arrivo di precipitazioni che nel corso delle successive giornate potrebbero risultare complessivamente molto copiose.

Difatti, la stragran parte dei modelli matematici concorda nel posizionare sulle nostre teste questa figura barica ciclonica per diversi giorni poiché intrappolata da una mastodontica anomalia altopressoria piazzata su gran parte del continente europeo, come si evince dalla carta qui riportata.

Se questo schema barico trovasse effettiva conferma, andremmo incontro a un lungo periodo freddo e piovoso di stampo invernale, proprio in coincidenza dell’avvio dell’inverno meteorologico e potrebbe rappresentare, in prospettiva, una più clamorosa “presa di potere” da parte dell’inverno con esiti compensativi tanto per le precipitazioni quanto per le temperature.

Ma ci siamo spinti già ben oltre il consentito. Comunque, nell’attesa di ulteriori conferme, l’evoluzione appare ormai tracciata. La stasi autunnale è agli sgoccioli, mentre i giochi del Generale Inverno sembrano irrimediabilmente pronti ad aprirsi.

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