Non un’ondata di caldo, ma una veemente fiammata africana di 48 ore. Ecco quel che ci aspetta da sabato sera

Godiamoci questi due giorni di temperature gradevoli e di ventilazione sostenuta dai quadranti settentrionali, poiché giugno non intende cedere il testimone a luglio prima di aver dimostrato (semmai ce ne fosse bisogno) che nel giro di un giorno è in grado di impennare i valori termici anche di 6 o 7 gradi.

Capiterà infatti tra sabato e domenica quando, a causa di una nuova “lacuna barica” infiltrata dalla Depressione d’Islanda a latitudini sudeuropee (questa volta l’ormai nota “Goccia fredda in quota” si posizionerà sulla Penisola Iberica), la Natura risponderà, come è solita fare, con un’azione compensativa di segno opposto immediatamente più ad est di tale lacuna barica.

Così, se la Spagna ospiterà il cavo d’onda depressionario ricolmo di aria fresca e umida (con conseguenti fenomeni di forte instabilità, quali rovesci e temporali), l’Italia sarà alle prese con la cresta dell’onda, ossia con una vistosa rimonta dell’anticiclone subtropicale, che in poche ore riuscirà a determinare una vera e propria fiammata sulla nostra penisola, in modo particolare sulle nostre regioni centro-meridionali.

Come già anticipato ieri, non si tratterà di una vera e propria “onda di calore”, trattandosi di poco meno di un paio di giorni di caldo intenso. Ciononostante, si tratterà comunque di 48 ore di fuoco sul fronte del caldo.

Per fortuna, in questo caso, oltre alla brevità del fenomeno, avremo dalla nostra anche un altro fondamentale aspetto. Quella che si profila, infatti, è una sparata di caldo prevalentemente di tipo torrido, ove quest’ultimo termine non è – come erroneamente molti pensano – l’ultimo gradino (il peggiore, il più forte) della classificazione delle ondate di caldo, ma è l’indicazione, squisitamente qualitativa, atta a scindere questa tipologia di caldo (secco) dall’altra, più nota, che è quella del caldo afoso (umido).

Se infatti per afa si deve intendere la sgradevole sensazione di caldo opprimente causata dalla commistione tra elevate temperature e tassi di umidità non proporzionalmente (alle elevate temperature) contenuti, per caldo torrido si deve intendere il caldo secco, quello molto meno fastidioso del caldo afoso.

Il caldo torrido investirà il nostro settore soprattutto domenica e sarà essenzialmente dovuto all’effetto di compressione delle correnti al suolo, oltre che ovviamente all’azione di subsidenza tipica degli anticicloni. Difatti, le correnti spireranno tra sud (Ostro) e sud-ovest (Libeccio, il nostro più conosciuto “Scurciacrôp”), e per quel che riguarda la nostra zona sarà un bene che s’instaurino delle correnti di questo tipo. Esse sul comparto pugliese centrale che guarda all’Adriatico risultano, infatti, correnti di “caduta”: provengono cioè dall’entroterra murgiano tarantino (quando spirano con maggiore componente meridionale) oppure giungono a noi attraversando l’Appennino meridionale (quando spirano con maggiore componente occidentale). Sono perciò costrette a scendere di quota e in questa discesa tendono a comprimere l’aria sottostante e, conseguentemente, a surriscaldarla e a farle perdere l’umidità che inizialmente aveva.

Ecco perché domenica si potrebbero registrare tassi di umidità dell’ordine del 20/25% che, anche in concomitanza di temperature molto elevate (probabilmente la colonnina di mercurio raggiungerà i 36/37°C), non sortiranno un effetto troppo negativo in termini di sopportabilità bioclimatica, eliminando quasi del tutto la sensazione di afa.

Forse non andrà, al contrario, così bene per lunedì quando, anche a fronte di una prima discesa delle temperature (massime sui 33/34°C), l’aria si ricaricherà di umidità a causa della rotazione dei venti ai quadranti settentrionali, che riporteranno sulla terraferma buona parte dell’aria calda del giorno precedente, arricchita però dell’umidità dovuta al suo stazionamento sul mare.

Oltre al caldo intenso, torneremo anche a rivedere il cielo perdere il suo azzurro brillante tanto per l’intensa evapotraspirazione causata dalle elevate temperature quanto per l’arrivo del pulviscolo sabbioso sahariano, trasportato dalle correnti in quota da sud-ovest.

Ad ogni modo, si tratterà di solo poche ore di sofferenza, dato che sin da martedì 2 l’onda anticiclonica traslerà rapidamente verso est e al suo posto giungerà una massa d’aria più fresca e – forse – anche più instabile.

Ma di tutto questo si tornerà a parlare con maggiori dettagli nel corso dei prossimi aggiornamenti.

Torna in alto