La più importante festività cristiana dell’anno, che ci accingiamo a celebrare nella Domenica di Pasqua, è tra i periodi dell’anno di maggior interesse meteorologico-previsionale, non solo per la curiosità di tutti colori i quali intendono legittimamente organizzarsi anzitempo in vista delle classiche gite fuoriporta o delle tradizionali scampagnate del giorno di Pasquetta, ma anche perché cade in un periodo (variabile tra il 22 marzo e il 25 aprile) di imponenti scambi termici derivanti dalla nuova energia immessa in atmosfera, che il Sole crescente sull’orizzonte irradia sulla Terra. L’avanzante aria subtropicale in movimento verso nord e la recalcitrante area subpolare ancora in circolo entrano spesso in rotta di collisione e sono la causa della situazione di squilibrio che caratterizza la prima parte della Primavera, stagione di passaggio e non di certo anticamera dell’Estate, determinando spesso tempo variabile, talora instabile, oltre che scarsamente predicibile.
Questa Pasqua 2019, a ben vedere, sarà parzialmente esente dal solito trambusto atmosferico vissuto in tanti anni passati, forse perché di giornate instabili ne abbiamo già vissute parecchie in questo mese di aprile o forse perché, in realtà, quest’anno stiamo festeggiando Pasqua con quasi un mese di ritardo.
Difatti, è noto ai più che la data della Pasqua coincide, ormai per convenzione fissata nel lontano Concilio di Nicea del 325 d.C., «La domenica successiva al primo plenilunio di Primavera». La Chiesa cattolica ha stabilito per convenzione che l’inizio della Primavera è sempre il 21 marzo e quest’anno, perciò, festeggiamo Pasqua il 21 aprile perché il primo plenilunio dopo la data dell’Equinozio (secondo la Chiesa) cade oggi, venerdì 19 aprile. A ben vedere (astronomicamente parlando), tuttavia, l’Equinozio di Primavera non è una data fissa, bensì un dato istante, ed esattamente il momento in cui i raggi del Sole colpiscono la Terra in modo perpendicolare al suo asse di rotazione e il “terminatore” (la linea immaginaria che divide la parte illuminata del pianeta da quella buia) passa esattamente sia per il Polo Nord che per il Polo Sud.
Questo istante è avvenuto il 20 marzo alle 22:58 e, secondo questo calcolo scientifico il primo plenilunio primaverile è avvenuto qualche ora dopo, alle 2:43 del 21 marzo. Perciò, se la Chiesa non avesse scelto per convenzione che il riferimento per calcolare la data della Pasqua fosse il 21 marzo (a prescindere dal momento astronomico esatto in cui si realizza l’Equinozio), quest’anno avremmo festeggiato la Pasqua la domenica successiva a quel 21 marzo (data del vero primo plenilunio primaverile), ossia il 24 marzo.
Date, curiosità e calcoli astronomici a parte, la giornata di Pasqua 2019 trascorrerà con una prevalenza di sole e con tempo stabile e sufficientemente mite. Potrà esservi qualche velatura indotta dal transito di nubi medio/alte, ma su molte località della nostra Provincia si sfioreranno comunque i 20 gradi di massima.
Discorso a parte, invece, per Pasquetta. In questo caso, l’avvicinamento di una depressione dall’entroterra algero-tunisino attiverà, specie nel corso della seconda parte del giorno, delle intense correnti sciroccali che, pur mantenendo delle temperature ancora abbastanza elevate, comporteranno comunque non pochi fastidi per chi deciderà di trascorrere la giornata all’aperto, magari per il tradizionale pic-nic. Difatti, sono attese, secondo alcuni modelli matematici, raffiche progressivamente più intense che potrebbero localmente spirare fino a 60/70 Km/h, decisamente troppo per chi desiderasse starsene tranquillo tra prati e boschi o per chi volesse evitare di preoccuparsi delle scintille volanti del proprio barbecue.
Ovviamente, sin qui abbiamo tralasciato il fattore principale che inciderebbe pesantemente sull’esito della Pasquetta, cioè la pioggia. La – in questo caso – temibile idrometeora non è stata menzionata non per scaramanzia, ma solo perché, qualora dovesse giungere, potrebbe cadere solo a partire dal tardo pomeriggio sulle zone più occidentali della Puglia e dalla sera (insomma, a festa già passata) altrove. In modo particolare, le ultime aree ad essere raggiunte dovrebbero essere quelle del Barese costiero.