Da ormai venti giorni la configurazione barica non cambia. Sull’Europa settentrionale dominano le ondulazioni cicloniche legate al Vortice polare, mentre sulle sponde del Mediterraneo (Italia quasi interamente compresa) prevalgono quelle anticicloniche. La traduzione in soldoni per quel che riguarda il tempo che fa alle nostre latitudini è solo una: mancato avvio della stagione fredda, peraltro, con tutte le conseguenze in termini di assenza delle precipitazioni, di eccesso di umidità nei bassi strati (per via della stagnazione atmosferica imposta dal regime anticiclonico), frequente presenza di dense foschie, quando non di nebbie.
In sintesi, dunque, una sorta di interminabile coda dell’autunno, che instancabilmente continua a scodinzolare anche nel nuovo anno.
Ma per quanto ancora?
Come già preventivato giorni fa, questa prima settimana del 2023 non avrebbe visto alcuna variazione sostanziale, e difatti, almeno fino a domenica non si registreranno variazioni di rilievo, con tempo ancora stabile, ampiamente soleggiato, con temperature lievemente superiori alle medie stagionali e con notti (e talora prime ore del mattino) umide e spesso nebbiose.
Da lunedì qualcosa cambierà ma, almeno da una prima analisi delle carte meteo a medio termine, quel che si profila è più una semplice interruzione temporanea del regime anticiclonico che una vera e propria svolta.
Difatti, se si avrà un bel rimescolamento dell’aria, qualche pioggia ad inizio settimana e l’arrivo di aria moderatamente più fredda tra martedì 10 e mercoledì 11 sarà già tanto. A tentare di schiodare l’anticiclone dalla sua sede, infatti, non sarà un totale cambio di passo dovuto a circolazioni atmosferiche diametralmente opposte a quelle che attualmente regolano i giochi atmosferici, ma solo un passaggio rapido e non particolarmente incisivo di una bordata ciclonica atlantica, incapace anche di generare delle aree depressionarie locali al suolo in grado di prolungare, almeno per qualche giorno, il maltempo, ma solo di produrre una sventagliata di Maestrale e poi di Tramontana, a cui comunque riusciremo ad associare per due o tre giorni una parvenza d’inverno. Tutto qui.
Torneremo ovviamente sui dettagli di questa possibile evoluzione per centrare meglio tempi e modi di questo temporaneo relativo cambiamento del tmepo e soprattutto per analizzare compiutamente quel che ci aspetta per l’11 e il 12 gennaio, due giornate clou per la nostra Castellana.