Tra sole, nubi, piogge a sprazzi e primi brividi di freddo, la settimana in corso è trascorsa secondo i canoni stagionali, che ci collocano oramai nella seconda parte dell’autunno, quella che – vedremo tra quanto – consegnerà le chiavi alla stagione invernale.
Sono tante, tutte estremamente intriganti e parecchio significative, le grandi mosse che l’atmosfera sembra avere in serbo per la seconda quindicina del mese. Dal forte ed anomalo surriscaldamento della stratosfera, che potrebbe scompattare il Vortice Polare (già piuttosto debole) e renderlo una mina vagante alle basse latitudini entro fine mese, all’immenso serbatoio di aria gelida, che va accumulandosi sull’Europa nord-orientale e sulla Russia e che prima o dopo potrebbe essere shiftato verso ovest. Il tutto, però, preceduto da nuove anomalie positive della temperatura verso la fine della seconda decade del mese corrente, quando è probabile un revival d’autunno sostanzialmente mite, sebbene molto umido e forse anche molto piovoso.
Gli stravolgimenti previsti, prima analizzati, non sono comunque automaticamente qualificabili come segni di un inverno imminente, ma certamente quali segnali inequivocabili di una stagione invernale che potrebbe comunque riservare inedite configurazioni da brivido (freddo) già nel corso della terza decade del mese.
E’ quasi superfluo aggiungere che da ciò a prevedere che anche da noi l’inverno – come stagione – sarà coi fiocchi, ce ne passa un bel po’. Ciò nondimeno, non è affatto improbabile che, già prima che giunga dicembre, un serio assaggio di tali stravolgimenti atmosferici e delle conseguenze ad essi connessi possano essere vissuti anche sulla bassa Europa, sebbene la loro misura o la loro esatta quantificazione e collocazione è attualmente lontana dalla portata delle proiezioni previsionali di accertata attendibilità.