Rottura estiva post-ferragostana in vista. Da lunedì netto ricambio d’aria, ma a quale prezzo?

Puntuale come un orologio, sta per verificarsi la tradizionalissima rottura estiva post-ferragostana.

Favorita dall’indebolimento del campo altopressorio di matrice subtropicale e introdotta da una fase ancora molto calda, il primo stop della stagione estiva giungerà sul nostro comparto ad inizio settimana, dopo un altro weekend in stile africano.

Tra domani e dopodomani, difatti, nonostante qualche nube in più soprattutto nel corso delle ore pomeridiane e serali e malgrado la formazione di qualche temporale pomeridiano sul settore nord Barese e sulle aree interne appenniniche, avremo ancora giornate caldissime e afose con massime attorno ai 34°C e pesanti difficoltà di vivibilità bioclimatica.

Ecco per le ore centrali di lunedì 19 l’azione di un vortice ciclonico in quota proprio sull’Italia centro-meridionale.

Passato il fine settimana, tuttavia, l’arrivo di un vortice in quota di bassa pressione (la classica “goccia fredda” attiva-instabilità), cambierà radicalmente le condizioni meteo. La stabilità atmosferica diverrà per due o tre giorni una chimera e il sole, seppur presente a tratti, finirà per essere spesso coperto da grossi ammassi nuvolosi dai quali ci si attende che giungano anche precipitazioni di una certa consistenza.

La configurazione meteorologica che sta per prendere forma sul Mediterraneo centrale e sull’Italia è di quelle che sino all’ultimo momento non lasciano tranquilli circa la previsione delle precipitazioni, sia in termini di tempistica che, soprattutto, in termini di quantità/intensità dei fenomeni. Sapere con largo anticipo la fenomenologia collegata a questa fase di break estivo è pura illusione. Chi consulta abitualmente le app meteo si sarà difatti accorto di quanto varino, di sei ore in sei ore, i periodi in cui i modelli matematici indicano precipitazioni, senza pensare ai millimetri di pioggia stimata. È il segno che molto dipenderà dall’esatta collocazione del minimo di pressione e, perciò, da situazioni estremamente localizzate, che lasciano un ampio margine di errore. Basta in questi casi un minimo disallineamento tra quanto previsto e quanto accadrà nella realtà per mandare in fumo tutta una previsione.

Ciò detto, sia lunedì che martedì saranno giornate ad elevatissimo rischio di precipitazioni a prevalente carattere temporalesco, che potrebbero riservare anche delle brutte sorprese in termini di fenomenologia estrema. In queste condizioni, è raro infatti che un temporale sia solo un normale temporale: con l’accumulo di calore e umidità presente diviene probabile che un temporale possa assumere carattere grandinigeno o possa scatenare forti venti di “downburst”, capaci anche di arrecare diversi danni. Ciò valga sin d’ora come avviso di preallerta.

Bisognerà monitorare con attenzione quanto capiterà sulla nostra fetta di territorio con il passare delle ore e l’analisi di dati più raffinati e, conseguentemente, più attendibili. Ad ogni modo, quel che appare importante è che questa quarta onda di calore stagionale cesserà entro domenica notte e lascerà spazio a una fase di almeno tre giorni termicamente più vivibile con uno scarto termico che potrebbe aggirarsi attorno ai 10 gradi. Si spera soltanto che lo scotto da pagare per avere una rigenerante rinfrescata non sia a caro prezzo.

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