Stiamo per vivere il secondo episodio freddo pienamente ascrivibile all’Inverno (era ora!) della stagione, dopo quello vissuto all’inizio di gennaio. Come allora, le caratteristiche dell’irruzione di aria artica, che impatterà violentemente sulle aree più esposte come il versante adriatico e il centro-sud in generale, avrà breve durata (2/3 giorni) e scarsi effetti (per quel che ci riguarda più direttamente) in termini di precipitazioni nevose. Le conseguenze più vistose si registreranno comunque sul medio-basso Adriatico e sulle aree appenniniche che guardano ad est.
Le caratteristiche dell’irruzione fredda di origine artica
Si tratterà, perciò, di una breve ma corposa fase di trambusto meteo-climatico caratterizzata essenzialmente da due fattori: il drastico, smisurato sbalzo termico, che si attiverà dalla serata odierna e che ci catapulterà dall’apparente primavera dei giorni scorsi ad una cruda fase invernale nel giro di poche ore, e la fortissima ventosità (dapprima Maestrale, poi Tramontana, infine Grecale), che soprattutto nel corso di domani sarà responsabile sia di una percezione di freddo (“Effetto Windchill” = raffreddamento da vento) enormemente maggiore di quanto non indicherà la colonnina di mercurio, sia di forti disagi causati dall’intensità delle raffiche di vento, che a tratti e localmente potrebbero superare gli 80/85 Km/h! È ovvio che, conseguentemente, l’Adriatico meridionale subirà dalla prossima notte un repentino e abnorme aumento del moto ondoso, che porterà il mare da poco mosso ad agitato in poche ore e che lo vedrà da molto agitato a grosso nel corso di domani con forti e pericolose mareggiate.
La fenomenologia
Mancando la formazione di una struttura depressionaria sullo Ionio (l’unica configurazione barica che avrebbe potuto catturare ulteriore aria fredda ed attivarla anche in termini di precipitazioni da Stau orografico sul nostro comparto), le uniche precipitazioni degne di nota attese sulla nostra zona sono quelle legate al transito del vero e proprio fronte freddo (piogge di moderata entità tra la serata odierna e le prime ore di domani con possibilità di qualche colpo di tuono) e quelle che ad intermittenza interverranno nel corso della giornata di domani per effetto ASE (Adriatic Snow Effect), ossia per l’instabilizzazione della massa d’aria fredda in scorrimento lungo il bacino marittimo, che presenta temperature di gran lunga superiori a quelle della massa d’aria in uscita dai Balcani). In questo caso si attivano forti contrasti in grado di generare lungo determinate strisce di convergenza delle file di annuvolamenti cumuliformi (cosiddette “Street clouds”) diretti verso le nostre coste adriatiche. A seconda della loro intensità, tali annuvolamenti sono in grado di produrre una fenomenologia responsabile talora dei rovesci nevosi locali a tratti anche rimarchevoli.
Sarà questo il caso di domani? Probabilmente no, risultando parecchio disturbata da venti molto forti la colonna d’aria nella quale si attivano tali annuvolamenti. Le forti correnti nord-orientali che interverranno da domani impediranno di fatto un’adeguata umidificazione dell’aria tale da produrre fenomeni organizzati e di una certa intensità.
Per essere più espliciti (e per andare incontro ai «non addetti ai lavori»), diciamo che tra il tardo mattino di domani e le prime ore serali è possibile che dalle nostre parti si registrino parziali e fugaci addensamenti nuvolosi in grado di arrecare qualche spruzzata di neve o dei rovesci di gragnola, che tuttavia molto difficilmente potrebbero arrecare fastidi alla circolazione veicolare o produrre degli accumuli al suolo.
Le temperature
Eccettuata la fase di forte vento, durante la quale si percepirà di sicuro il maggior fastidio per il corpo umano per via della combinazione tra forte vento e basse temperature, il picco di freddo effettivamente maggiore (quello misurabile dai termometri) si registrerà solo durante le notti successive all’irruzione fredda atmosferica, quelle cioè tra giovedì e domenica, quando l’attenuazione del vento e l’assenza di nubi durante la notte provocheranno il cosiddetto “irraggiamento notturno”, ossia la più facile e maggiore perdita di calore che si ottiene senza la presenza del sole e senza soprattutto dei fattori ostativi, quali appunto il vento o la presenza di nuvolosità. E’ probabile che in questa fase finale dell’evento freddo gli 0°C possano essere raggiunti, specie nelle aree periferiche e scendere anche al di sotto di tale valore nelle zone tradizionalmente più fredde del nostro comprensorio, come il Canale di Pirro. Nella fase clou dell’evento, invece (domani, mercoledì), va segnalato che, malgrado le temperature effettivamente registrate non scenderanno sotto i 3/4°C, ciò che il corpo umano percepirà in termini di freddo sarà pari ad almeno 3 o 4 gradi sottozero.
Primo miglioramento da giovedì
Le condizioni meteo generali miglioreranno sin da giovedì, malgrado ancora una forte ventilazione di Tramontana o Grecale e dei residui annuvolamenti. Da venerdì, poi, anche il vento si attenuerà e consentirà, unitamente ad un più ampio soleggiamento, una maggiore gradevolezza termica, quanto meno nelle ore diurne centrali della giornata.