freddo

Pronti al “Ciclone polare”?

Attenti! Un mostro gigante s’impadronirà dell’Italia a partire da giovedì. È l’arrivo del “ciclone polare”, che apporterà precipitazioni abbondanti e neve copiosa. Ma dove??

Ovviamente, queste sono le notizie date in pasto alla stampa e all’opinione pubblica credulona per ravvivare un po’ il piattume meteorologico di questi ultimi tempi e per estremizzare ogni cambiamento al fine di accalappiare qualche clic in più. La situazione, tuttavia, è molto meno eclatante di quel che viene descritta da taluni (i soliti) siti meteorologici.

Diffidate dalle estremizzazioni

Fatta questa doverosa premessa, il ramo del Vortice polare, che da giovedì gradatamente si affaccerà sull’Italia, determinerà sì un effettivo cambiamento meteorologico per gran parte della penisola, attivando un po’ ovunque condizioni di tempo diverse da quelle sin qui vissute in questa stagione, ma soltanto su parte del centro-nord s’instaurerà più facilmente un regime pluviometrico in grado di determinare un certo recupero dell’attuale deficit idrico e soltanto su queste stesse aree è atteso anche un calo delle temperature più marcato, forse almeno teso a far rientrare i valori termici nell’ambito delle medie stagionali.

Detto ciò, non è attesa alcuna ondata di freddo su nessuna regione d’Italia, e per ciò che poi attiene il carico di neve previsto, saranno soltanto le Alpi centro-orientali a poter beneficiare del bianco e prezioso contributo idrometeorico, come del resto è normale che accada in questi frangenti. Pertanto, nulla giustifica tanto allarmismo solo per un normalissimo cambio di fase stagionale e per un altrettanto normale, quantunque abbondante, “carico” di neve per le nostre montagne alpine.

Oltre a questo quadro generale, ciò che ragionevolmente va sottolineato, in modo particolare per il nostro territorio, è invece che sta apparendo sempre più veritiera la previsione di “Un anno senza inverno”, paventata da ormai qualche settimana e ora sempre più vicina alla sua infausta realizzazione, dopo che si è ampliamente compreso che anche questa occasione non sarà pienamente sfruttata dalla natura per far attecchire, seppur in zona cesarini, un rimasuglio d’inverno anche sul sud Italia.

Cosa attendersi invece dalle nostre parti?

  1. condizioni meteorologiche meno inclini a farci credere che la primavera sia dietro l’angolo;
  2. un’attenuazione delle forti anomalie termiche positive e una diminuzione della frequenza di giornate soleggiate e miti;
  3. l’arrivo di giornate più nuvolose, più ventose, solo a tratti più fredde (ma non veramente fredde) e, in qualche occasione circoscritta, anche più piovose.

Questo è il pronostico meteorologico della partita di fine inverno. Un quadro piuttosto desolante, che contrassegnerà questo inverno come uno o tra i più caldi degli ultimi decenni.

E se questo è il danno, probabilmente la beffa sta nella considerazione che, nonostante questa quasi certificazione dell’assenza totale dell’inverno, non può affatto escludersi l’ipotesi che, nella primavera meteorologica ormai imminente, una tardiva ondata di freddo possa presentarsi anche al di là di ogni termine stagionale. In questo caso, di certo non infrequente, non si tratterebbe di vero inverno, ma soltanto del solito escamotage della natura per tentare in extremis un recupero della situazione pregressa attraverso i tipici “squilibri compensativi” di segno inverso, peraltro il più delle volte bruschi e dannosi per l’agricoltura. Una costante – questa – degli ultimi decenni, ma anche l’unica modalità che il sistema Terra conosce – e per fortuna mette in campo – per restare in equilibrio e auto conservarsi.

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Le tappe della dama bianca sulla città delle grotte dal 1956 ad oggi

Dalla “nevicata del secolo” del ’56 all’ultima grande nevicata di San Silvestro 2014, passando per l’unico bianco Natale di quasi 40 anni fa. Ecco il reportage di tutte le volte in cui Castellana s’è tinta di bianco. Lo farà anche nel 2024?

Il Natale mediterraneo

Abbiamo trascorso l’ennesimo periodo natalizio in stile anticiclonico. È questa – a dirla tutta – la vera tradizione meteorologica delle feste di fine/inizio anno per il nostro sud Italia, ove lo stereotipo del bianco Natale, legato soprattutto alle suggestioni dei film americani, non rientra affatto nella realtà del nostro clima mediterraneo.

Dati alla mano, dal 2009 in poi le massime registrate su Castellana durante il giorno di Natale sono sempre state superiori ai 10°C, mentre le minime solo in due casi (2018 e 2019) sono scese sotto i 5°C.

Ad eccezione del 1995, uno dei giorni di Natale più caldi dopo il 2009 (il Natale più caldo di tutti, con una massima di 19.3°C), tra il 1984 e il 2008 il nostro Natale è stato mediamente più freddo di ben 3.6°C rispetto a questi ultimi 15 anni, a conferma di un trend di crescente surriscaldamento climatico, che dal 2009 in poi si è manifestato con lampante chiarezza.

Ad ogni modo, la media del nostro giorno di Natale negli ultimi quarant’anni è stata di 5.2°C per le minime e di 11.9°C per le massime, con una media giornaliera di 8.55°C. Il Natale 2023 è stato particolarmente mite con una media di 11.5°C, quasi 3 gradi oltre le medie statistiche.

Il miracoloso, unico, Bianco Natale

La data d’inizio della valutazione meteorologica relativa alle nevicate nel periodo di Natale non è casuale. Il 1984 è difatti l’anno che riservò a diverse regioni italiane un Natale davvero memorabile, tanto per l’eccezionalità dell’evento che si ricorda quanto soprattutto per la sua coincidenza temporale.

In quella Vigilia di Natale di ormai quasi 40 anni fa, proprio allo scoccare della mezzanotte, avvenne il “miracolo”. La retrogressione di un vortice ciclonico dai Balcani innescò le condizioni ideali affinché la mitica dama bianca potesse far visita al nostro territorio. E fu così che, mentre nelle diverse chiese si celebrava la solennità della Natività, larghi fiocchi di neve iniziarono a cadere sulla nostra cittadina sotto lo sguardo incredulo dei grandi e la gioia incontenibile dei piccini.

Il bianco S. Stefano

Quell’annata, stampata fotogramma dopo fotogramma nei ricordi indelebili di chi l’ha vissuta, fu seguita, a distanza di soli due anni, da un altro evento altrettanto speciale. Nel 1986 non si trattò di un bianco Natale, ma di un bianco Santo Stefano. La sostanza non cambiò, poiché lo sfasamento rispetto ai due anni precedenti fu solo di 24 ore. Al risveglio del mattino del 26 dicembre 1986 la coltre nevosa era già cospicua e anche in quel caso la straordinarietà del fenomeno non poté essere dimenticata per anni e anni.

La magia della neve durante le festività natalizie

Da quel 1986 non si è mai più verificata una nevicata tra il 24 e il 26 dicembre. In compenso, però, durante le festività natalizie vi sono state altre tre storiche occasioni in cui la neve è scesa in maniera anche abbondante sul nostro territorio e ha fatto da coreografia aggiuntiva alle luminarie di Natale.

La prima, e la più forte, è stata quella del 2 gennaio 1993, quando un’ondata di sferzante Burian investì in pieno la Puglia e in poche ore Castellana fu ricoperta di un manto di neve ben superiore al mezzo metro di altezza, dopo ore e ore di vere e proprie bufere di neve.

La seconda, di rimarchevole intensità, è stata quella del 31 dicembre 2014. In quel San Silvestro di ormai nove anni fa si accumulò mediamente mezzo metro di neve con opposte reazioni tra chi volle godersi il raro evento e chi ne subì le conseguenze, anche in termini economici, per la disdetta dei veglioni dell’ultimo dell’anno.

La terza storica nevicata del periodo natalizio è stata quella del 2-3 gennaio 1979. Non si ha menzione precisa degli accumuli nevosi di quei giorni, ma un dato è certo: è stato un gennaio, più che storico, davvero eccezionale (vedi più in basso i dettagli).

Feste o non feste, comunque, quella del 31 dicembre 2014 è stata l’ultima grande nevicata che Castellana ricordi. Le altre, di gran lunga più brevi, meno intense e con accumuli meno significativi, dopo il 2000, si sono registrate nelle date elencate a sinistra.

La nevicata di S. Silvestro 2014

2022

1, 8 marzo

2019

23, 25 febbraio

2018

26-28 febbraio

2016

17, 18 gennaio

2012

6-9, 13, 14, 16, 17 febbraio

2009

14, 15, 18, 19 febbraio

2007

14-16 dicembre

2006

6, 7 febbraio

2005

6, 22 febbraio, 1 marzo

2003

18, 19 febbraio, 1 marzo, 7, 8 aprile

Le tappe più significative della dama bianca nel nuovo millennio

Ecco le date delle nevicate su Castellana dal 2000 in poi nella tabella riportata qui a sinistra (clicca sull’anno per scoprire in che giorno è nevicato).

La neve di marzo 2022

Fuori stagione, come spesso accaduto dalle nostre parti, ecco alcuni video ed alcune foto della nevicata di marzo 2022.

La neve di febbraio 2009

In quell’annata furono ben 4 (il 14, 15, 18 e 19) i giorni di febbraio in cui la neve fece visita al nostro paese.

1999

30, 31 gennaio

1993

2, 3 gennaio

1987

6-11, 15, 17 marzo

1986

26 dicembre

1984

25 dicembre

1979

2, 3, 14, 16 gennaio

1968

8, 9, 11-14 gennaio

1965

3, 7, 18, 19 febbraio

1963

22-28 gennaio, 1, 2 febbraio

1961

16-19 dicembre

1956

3-8, 12, 15 febbraio, 9, 10, 13, 14 marzo

Le tappe più significative della dama bianca nello scorso secolo

Ecco le date delle nevicate su Castellana dal 1956 al 1999 nella tabella riportata qui a sinistra (clicca sull’anno per scoprire in che giorno è nevicato).

La nevicata del gennaio 1999

Prima del 2000 va annoverata certamente la nevicata del gennaio 1999. In quegli ultimi due giorni del mese tra un potente anticiclone atlantico e una depressione sulla Grecia s’infilò un ampio corridoio d’aria gelida di matrice artico-russa che permise copiose nevicate su gran parte del sud Italia. Non fu risparmiato il basso versante adriatico, che anzi, ricevette la dose maggiore di precipitazioni nevose con accumuli fino a 15-20 cm.

La seconda nevicata più importante degli ultimi 70 anni: marzo 1987

Tuttavia, la più spettacolare nevicata degli ultimi decenni, prima di citare il mitico ed insuperabile 1956, è stata quella del marzo 1987. In quell’occasione gelo e neve tennero banco per oltre due settimane e gli accumuli furono così ingenti che residui di neve spalata e spostata ai bordi delle strade resistettero fino ad aprile inoltrato.

In otto giorni di neve (6-11, 15, 17 marzo) su Castellana si accumularono ben 80 cm. di neve!

Eloquenti le immagini della fase clou dell’evento. Nella carta in alto si denota una bolla enorme d’aria freddissima in quota sospinta in moto retrogrado da correnti orientali, a loro volta attivate da un maestoso blocco anticiclonico (Anticiclone Russo-Siberiano). Nella carta in basso il prodotto di questo trambusto atmosferico d’altri tempi alla quota di 850 hPa, ove è facile individuare, dai colori tra il blu intenso e il violaceo, la straordinaria intensità del freddo proveniente da est, con temperature che a meno di 1.500 metri d’altitudine misuravano -20°C a due passi dall’Adriatico.

Il 1979: “Mai così freddo”

Prima dell’87, invece, non può non menzionarsi il 1979. Quell’anno partì in quarta e finora resta il vincitore assoluto del premio “Mai così freddo“. Appartiene al 3 gennaio di quell’anno, infatti, il record per Castellana, come di moltissimi centri limitrofi, di temperatura più bassa mai registrata da quando si raccolgono dati meteorologici. In quell’occasione una breve ma intensissima bordata d’aria artico-polare riuscì a spingere un’isoterma di -13°C alla quota di 850 hPa direttamente nel cuore della Puglia, portando alla minima più bassa mai registrata su Castellana:-7°C! In quel giorno – cosiddetto “di ghiaccio” – anche la massima non riuscì a superare lo zero e si attestò a soli -2.2°C. Tra il 2 e il 3 gennaio nevicò con forti raffiche di vento, ma gli accumuli al suolo furono comunque abbastanza modesti.

Gennaio 1968, la neve sulle Fanove

Da manuale della meteorologia fu la pervicace, irruenta e lunga ondata di gelo e neve che una struttura ad omega riuscì ad imbastire nel gennaio 1968 (vedi video a sinistra) su gran parte del comparto orientale dell’Italia e che produsse non solo discreti accumuli di neve su molte regioni della nostra penisola, ed in particolare sulla Puglia, ma che diede vita anche ad intense gelate dall’11 al 15 gennaio. È l’unica volta (almeno negli ultimi 70 anni) in cui è nevicato copiosamente a Castellana nel giorno delle Fanove.

La neve di febbraio 1965

Anche il 1965 non può non essere inserito fra le annate meritevoli di citazione per freddo e neve. In questo caso, un potente anticiclone tra Arcipelago britannico e Islanda fece da spalla a ripetute ondate di gelo dall’Est Europa con diverse occasioni per nevicate anche sulla Puglia durante il mese di febbraio.

L’invernata perfetta: Inverno 1963

Due anni prima è datata invece la cosiddetta “Invernata perfetta” o quello che è passato alla storia come l’”Inverno del Gelo“. Era il 1963 e quell’inverno è stato mediamente in Europa il più freddo di tutto il XX secolo. Un super-anticiclone atlantico – in posizione quasi sempre anomala – ebbe modo di favorire a più riprese almeno tre grandi ondate di freddo e gelo che si abbatterono, oltre che su buona parte del continente europeo, anche sull’Italia. Dalle nostre parti furono soprattutto due le ondate che regalarono bianche emozioni: le nevicate tra il 22 e il 28 gennaio seguite dal bis dell’1 e 2 febbraio.

La neve di dicembre 1961

Altro evento annotato negli annali meteorologici è quello occorso nei giorni tra il 16 e il 19 dicembre 1961, quando l’Anticiclone delle Azzorre, fondendosi con quello russo-scandinavo, pilotò in moto retrogrado una depressione a carattere freddo che raggiunse l’Italia dando luogo ad estese nevicate anche sul nostro comparto.

la nevicata del secolo

Il celeberrimo, indimenticabile 1956

Dulcis in fundo, non resta che citare il celeberrimo Inverno 1956. Straordinario, unico, finora irripetibile, quello di ormai 68 anni fa resta tuttora l’inverno del record assoluto di accumulo di neve al suolo sulle nostre Murge. Tra quel famigerato 3 febbraio 1956 e la metà di marzo, il manto nevoso sul nostro comparto raggiunse 1 metro e mezzo di altezza, ma in alcune aree interne murgiane si toccarono anche i 2 metri. E sono infiniti, emozionanti e ancora molto vividi i ricordi di coloro che hanno vissuto in prima persona quell’evento storico e che ne hanno tramandato non solo l’eccezionalità del suo travolgente “bianco”, ma anche le sue sfumature “grigie” d’amarezza che le estreme condizioni meteorologiche di quel lungo e gelido inverno aggiunsero alle difficoltà e alle privazioni che già affliggevano in quegli anni le aree rurali del meridione d’Italia.

Le foto storiche della nevicata del secolo su Castellana

Il bilancio dei giorni bianchi castellanesi

Come si denota da questo reportage storico della neve su Castellana negli ultimi 68 anni, realizzato da Meteo Castellana sulla base dei dati ricavati tanto dalla rielaborazione delle carte meteo del passato quanto dai dati effettivamente registrati dalle stazioni meteo, sul nostro territorio la mitica “dama bianca” non è di certo mancata ai diversi appuntamenti invernali che per la stragran parte delle volte le irruzioni di aria artico-russa in moto retrogrado dall’Est Europa le hanno offerto, sebbene le volte in cui la signora della neve abbia sfoggiato “l’abito migliore” siano state solo 5. Oltre a questi storici eventi, si contano comunque almeno altre 17 occasioni in cui la neve non ha disdegnato di fare la sua apparizione sulla nostra terra lasciando il segno.

In totale (senza ovviamente menzionare le volte in cui l’apparizione della neve si sia manifestata più che altro come una semplice fioccata o una effimera coreografica precipitazione) dal 1956 al 2023 la neve sulla città delle grotte è caduta per 22 volte lasciando accumuli al suolo che per 17 volte sono stati compresi tra i 5 e i 20 cm., mentre nelle altre restanti occasioni hanno superato almeno il mezzo metro di altezza.

Quanto alla periodicità delle precipitazioni nevose, non vi è alcun intervallo preciso o una cadenza vagamente attribuibile ad una ciclicità in questi ultimi 68 anni. Le storiche grandi nevicate, dopo il 1956, si sono ripetute (seppur con le dovute differenze in termini di intensità) a scadenza di 7, 24, 6 e 21 anni. Complessivamente si segnalano 52 giorni nevosi tra il 1956 e il 1999 e 31 dal 2000 in poi. Come mese più innevato di tutti vince febbraio con 33 giorni, segue gennaio con 23, marzo con 16, dicembre con 9 e chiude aprile con 2 (l’unica occasione è stata quella del 2003). Quanto a novembre, invece, non si segnalano mai accumuli di neve al suolo, ma vi sono state almeno un paio di occasioni in cui comunque la neve ha fatto la sua, seppur fugacissima, apparizione (primo fra tutti il 10 novembre 1981, al momento la fioccata più precoce).

Dal confronto tra le annate nevose del secolo scorso e quelle successive al 2000 si evince una tendenza nelle seconde:

  • ad un forte, drastico decremento dei giorni di neve relativi a gennaio (da 21 a 2);
  • ad un moderato decremento di quelli relativi a dicembre e a marzo (rispettivamente, da 6 a 3 e da 11 a 5);
  • ad un moderato incremento dei giorni nevosi che occorrono in febbraio (da 14 a 19).

Un’ultima curiosità. Le giornate in cui è capitato più spesso che nevicasse sulla nostra cittadina sono state quelle del 6 e 7 febbraio (per 4 volte in 68 anni).

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Freddo artico in attenuazione già da domani, Effetto ASE solo moderato

Il freddo artico è arrivato puntuale, come d’altronde era nelle attese. Son mancate sin qui invece le precipitazioni, sebbene con questa configurazione anche questo fattore era stato ampiamente previsto. I fiocchi svolazzanti non ci sono stati su Castellana, ma rovesci di neve tonda si sono registrati al primo mattino nella vicina Santeramo, su alcune aree a ridosso delle province di Brindisi e Taranto  e su molti settori del basso Foggiano e del Gargano.

In effetti, finora la Puglia centrale è risultato il settore regionale meno interessato dal fenomeno dell’ASE (ampiamente descritto nell’articolo di ieri), quantunque anche nelle altre aree pugliesi in cui esso si è attivato è risultato meno intenso del previsto.

In queste ultime ore, tuttavia, l’Adriatic Snow Effect si è leggermente intensificato e infatti la copertura nuvolosa, seppur molto frastagliata, si è accentuata su gran parte della Puglia, tanto che nel corso della sera non possono ancora essere esclusi sparuti fiocchi di neve su tutta la regione, anche se a quote comunque superiori ai 300 mt.

Da domani potremo già iniziare a scorgere un’inversione di tendenza con la graduale attenuazione dei venti di Grecale (che oggi hanno soffiato fino a raggiungere raffiche superiori ai 40 Km/h e hanno reso l’Adriatico meridionale agitato) e con un aumento delle temperature massime, che comunque resteranno su valori ampiamente inferiori a quelli delle medie stagionali.

Domani resterà ancora attiva una nuvolosità variabile alternata comunque ad ampi spazi soleggiati, ma entro sera si andrà verso un generale rasserenamento.

Anche giovedì terrà la stabilità atmosferica, ma i venti piegheranno a Maestrale e tenderanno a far cessare definitivamente questa ondata di freddo, tanto da consentire ai valori massimi di tornare sopra i 10°C.

A medio termine s’intravede, al contrario, un possente scontro tra titani, l’Anticiclone atlantico e il Vortice Polare, le due figure bariche che rappresenteranno a lungo i due decisori delle sorti del tempo sullo scacchiere europeo. Sembra che in una prima fase (prima decade di dicembre) debba prevalere il primo, reimmergendoci in una noiosa fase tardo-autunnale con pochi eventi meteo da rimarcare e con ritorno ad un tempo un po’ più mite, sempre abbastanza stabile ma nuovamente più umido, mentre a seguire potrebbero finalmente maturare i tempi per gli sconvolgimenti meteorologici che da tempo si prefigurano e che le anomalie di questo autunno hanno già manifestato.

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