Marzo al bivio

Tempeste equinoziali in arrivo: dall’exploit primaverile al colpo di coda invernale

Marzo segna il passaggio tra l’inverno e la primavera ed è per questo un mese caratterizzato da una marcata variabilità meteorologica e da forti scambi termici. In questo periodo, il risveglio della stagione primaverile si accompagna a repentini cambiamenti di temperatura, con giornate miti e soleggiate che possono essere bruscamente interrotte da irruzioni fredde e maltempo.

La notevole dinamicità atmosferica dovuta al progressivo aumento dell’insolazione, ma anche la persistenza di sacche di aria fredda in quota, ancora potenzialmente in grado di raggiungere le basse latitudini mediterranee, danno origine a forti contrasti che comunemente etichettano marzo come il più “pazzerello” fra tutti i mesi dell’anno.

L’Italia, trovandosi in una posizione intermedia tra le masse d’aria fredda di origine artica o continentale e quelle più miti provenienti dall’Atlantico, dal Mediterraneo o dall’Africa, sperimenta in questo periodo condizioni meteorologiche incerte, frequentemente instabili, talvolta estreme.

Le tempeste equinoziali

Uno dei fenomeni più caratteristici di marzo è rappresentato dalle cosiddette “tempeste equinoziali”, episodi di maltempo che si verificano in prossimità dell’equinozio di primavera, ormai prossimo. Queste tempeste sono legate proprio all’intensa interazione tra le contrastanti tipologie di masse d’aria che vengono in contatto alle latitudini temperate in periodi di grandi sommovimenti barici come quello che ci apprestiamo a vivere.

Proprio tra domani e la prossima settimana – quella durante la quale cadrà l’Equinozio di Primavera 2025, esattamente nella mattinata di giovedì 20 marzo – avremo modo di verificare sul campo le peculiarità marzoline appena descritte.

L’evoluzione meteorologica tra il weekend e l’Equinozio

Si parte da domani, sabato 15 marzo, con una giornata ventosa in linea con quella odierna, caratterizzata da raffiche di Scirocco che potranno anche superare i 70/75 km/h. Le temperature subiranno un ulteriore aumento, con valori che per la prima volta dall’inizio dell’anno potrebbero superare i 20 gradi. Il cielo si presenterà prevalentemente velato per la presenza di nubi medio-alte, con il sole visibile solo attraverso il velo delle nubi medio/alte.

Domenica 16 marzo porterà una nuova variazione: i venti tenderanno ad attenuarsi, le temperature subiranno una leggera diminuzione, il cielo sarà più sereno e l’aria diventerà particolarmente secca a causa dei venti di caduta dall’Appennino, che potrebbero far calare il tasso di umidità fino al 30%.

Ma sarà la prima parte della prossima settimana a permetterci di sperimentare tutte le bizzarrie di marzo. A causa della formazione di un’ampia e potente cellula di alta pressione tra l’Arcipelago Britannico, la Penisola Scandinava e il Mare del Nord, un intenso impulso di aria fredda di origine artica riuscirà a scivolare lungo il bordo orientale della struttura altopressoria, raggiungendo l’Europa dell’Est e, marginalmente, il versante adriatico italiano.

Queste manovre bariche daranno vita, a partire da lunedì 17 marzo, ma con effetti più marcati tra martedì e giovedì, al già paventato colpo di coda invernale. Le temperature subiranno un tracollo di marcatissima entità, con una diminuzione fino a 15 gradi rispetto ai valori primaverili di domani.

Accompagnati da un energico Maestrale, sulla Puglia si avvicenderanno schiarite e annuvolamenti, questi ultimi generati dal passaggio dell’aria fredda sull’Adriatico e dalla loro successiva condensazione in prossimità dell’entroterra della nostra regione. Non si escludono fenomeni a carattere di rovescio, che martedì potrebbero persino assumere la forma di gragnola o neve tonda, tipica di queste configurazioni bariche.

Insomma, vivremo un episodio d’intemperanza stagionale, di certo non raro, ma che ci farà dimenticare per alcuni giorni i tepori anticipatari di una primavera resa troppo arrembante da un inverno quasi inesistente e ora voglioso di un’ultima rivalsa, speriamo non troppo dannosa per l’agricoltura.

Evoluzione delle anomalie bariche a 500 hPa (a sinistra) e delle Temperature a 850 hPa (a destra) fino a 120 ore (modello ICON-EU)

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