Ma sarà vera sincronia tra stagione astronomica e stagione meteorologica?
Ci siamo, anzi ci saremmo. Atteso, agognato come non mai, ecco giunto il giorno dell’Equinozio di Primavera, quella fatidica, ufficiale data che segna finalmente lo spartiacque tra le due stagioni e che apre la cosiddetta “metà chiara” dell’anno.
Difatti, è questo il giorno che, con dodici ore di giorno e dodici ore di notte (dal latino “aequĭnoctĭum”, derivato a sua volta dalla locuzione aequa nox, cioè «notte uguale – per durata – al dì») in ogni punto della Terra, prepara (da domani) il sopravanzare delle prime rispetto alle seconde. Questa condizione durerà fino al prossimo equinozio, quello settembrino di autunno, e troverà nel Solstizio d’Estate di giugno il suo acme, quando si raggiungerà il massimo di durata del giorno, inteso come numero di ore in cui la nostra Stella principale è sopra la linea dell’orizzonte.
Come avviene ormai da dodici anni, la data dell’Equinozio di Primavera coincide non più con il 21 marzo, a cui eravamo abituati da sempre e che ci hanno insegnato sin dalle scuole elementari, ma con il 20 marzo e ciò accadrà fino al 2048, anno in cui il passaggio tra Inverno e Primavera avverrà addirittura il 19 marzo.
Non è questione di ricalcoli o di bizzarrie astronomiche (che per qualcuno, magari, farebbero il paio con le bizzarrie climatiche), ma si tratta del ben più scientifico e rigoroso fenomeno della “Precessione degli equinozi”, che altro non è che il lento movimento dell’asse terrestre attorno all’asse dell’eclittica, che si compie in 25.800 anni circa. A causa di ciò, gli equinozi (d’autunno e di primavera) si spostano costantemente lungo l’eclittica di un valore annuo che oggi sappiamo essere di 50,26 secondi d’arco, grazie alla straordinaria invenzione di Ipparco di Nicea (190 a.C – 120 a.C.).
La causa è principalmente la forza di attrazione combinata di Sole e Luna. La loro forza di attrazione passerebbe per il centro della Terra, se fosse una sfera perfetta, e l’asse non devierebbe. Essendo invece la Terra schiacciata ai poli e rigonfia all’equatore, la forza d’attrazione di Sole e Luna determina una lenta spinta sull’asse di rotazione terrestre che, facendo perno nel centro della Terra, oscilla tracciando nello spazio due coni simmetrici (paragonabili a quello che compie l’asse di una trottola mentre gira) in circa 25.800 anni. Pertanto i poli celesti (punti immaginari della sfera celeste in cui termina l’asse terrestre) si spostano, e la stella che indica il nord non è sempre la stessa. La precessione fa sì che anche il piano dell’equatore si sposti rispetto al piano dell’eclittica (in cui giace l’orbita della Terra intorno al Sole): i punti equinoziali (i punti d’intersezione dei due piani) si muovono, causando ogni anno circa 50 secondi d’arco d’anticipo degli equinozi.
Astronomia a parte, sarà presto anche Primavera meteorologica?
Dopo le deboli piogge delle ultime 24 ore, effettivamente il tempo sta migliorando e, guardando a ciò che succederà nel corso dei prossimi 5 o 6 giorni, sembrerebbe proprio che la stagione meteorologica voglia entrare in sintonia con quella astronomica. Avremo belle giornate di sole, con temperature in leggera risalita e pressoché attestate sul range medio del periodo (ore diurne gradevoli, con massime sui 15/17°C e ore notturne fresche o molto fresche, con minime tra i 6 e gli 8°C).
Tuttavia, questa parentesi di assoluta tranquillità e normalità marzolina potrebbe drasticamente cambiare a partire dall’inizio della prossima settimana, e, come già anticipato lunedì scorso, lasciare il posto ad una zampata invernale di tutto rispetto, che confermerebbe una verità assoluta: inutile fidarsi di marzo. Il mese più pazzo dell’anno non ha regole e non ha stagioni prefissate; lui è eclettico, volubile, egocentrico e potrebbe addirittura decidere di rifilarci, proprio all’ultimo giro del suo annuale percorso, la staffilata di tipo invernale più dura di tutta la stagione, che oggi si chiude.