Siamo giunti al penultimo giorno di inverno astronomico. Dopodomani mattina, mercoledì 20 marzo alle 4:06, avverrà l’Equinozio di Primavera.
L’avvio ufficiale della stagione intermedia quest’anno appare particolarmente sfuggente. Teoricamente teso a distaccarci progressivamente dalle peculiarità meteo-climatiche della stagione fredda per condurci, gradatamente, alle caratteristiche tipiche della stagione calda, l’inizio della primavera 2024 ci apparirà più formale che sostanziale.
Sebbene nella percezione che meteorologicamente percepiamo l’avvio stagionale non avvenga mai in un preciso momento (come quello dell’ora dell’Equinozio), ma si concretizza al contrario passo dopo passo, evento meteorologico dopo evento meteorologico, quest’anno la primavera risulta essere una stagione di fatto già da diverse settimane. Solo la ripresa di un regime pluviometrico più consono alle medie climatiche nel corso dell’ultimo mese ha quanto meno attutito parzialmente l’effetto poco rassicurante del 2024, etichettato già come “Anno senza Inverno”.
Ora, però, volgiamo lo sguardo al futuro. Per farlo è comunque buona regola ricordare che nessuno sa – e neppure può immaginarlo e/o propinarlo come elemento supportato da reali e affidabili dati scientifici – come sarà effettivamente questa entrante stagione di mezzo, ma, d’altro canto, sarebbe poco saggio non tener conto della classica caratteristica, più volte verificata nel corso degli ultimi anni, che hanno assunto le primavere successive agli “Inverni-non-inverni”. Si tratta di quella classicissima regola non scritta che vede in una sorta di “squilibrio compensativo” il mezzo che la Natura mette in atto per ripristinare l’equilibrio del sistema, attuando tuttavia forzature che anch’esse finiscono per palesarsi come nuovi squilibri, seppur di segno contrario.
Tutto ciò, insomma, per sottolineare che non ci si potrebbe stupire se, soprattutto nella prima tranche stagionale, le condizioni meteo-climatiche riflettessero, più del dovuto, condizioni meteo ancora particolarmente altalenanti e certamente più vicine alle peculiarità della stagione fredda che a quelle della stagione calda.
Beninteso, qui nessuno ha la palla magica per delineare una stagione terribile che presenti tardivamente un conto salato, soprattutto dopo che – a proposito di soldi – l’inverno ci ha almeno fatto risparmiare sulla bolletta del gas. Tuttavia, appare, d’altro canto, assai arduo immaginare anche un avvio stagionale sfolgorante che riesca nell’impresa di interrompere in tempi rapidi la tipica variabilità estrema di marzo. Anzi, carte meteo alla mano, non è affatto peregrina l’ipotesi secondo cui saranno soprattutto i capovolgimenti di fronte (non solo atmosferici ma anche termici) l’impronta meteo più ricorrente delle prossime settimane, probabilmente compresa anche la Settimana Santa, che potrebbe già, sul nascere della nuova stagione, disilludere chi sperava che ormai fosse già il tempo dei bagni o delle maniche corte.