Trascorreremo ancora un weekend meteorologicamente “piatto”, senza particolari variazioni rispetto all’interminabile serie di giornate – tutte un po’ noiosamente uguali – che abbiamo vissuto in questo autunno piuttosto insulso.
Pertanto, avremo ancora cieli in parte “sporcati” da nubi basse, prodotte dal sollevamento dell’eccessiva umidità nei bassi strati, frammiste a nubi molto alte e insignificanti, che a tratti veleranno il cielo, ma con il sole ancora capace di tenere a bada entrambe le fattispecie. Non mancheranno le ormai ricorrenti dense foschie e i temporanei abbassamenti della visibilità orizzontale dovuti alle nebbie, complici soprattutto i tassi di umidità che dal tramonto alle prime ore del mattino potranno talora superare anche il 95%.
La ventilazione resterà debole, prevalentemente occidentale per sabato, a maggiore componente settentrionale per domenica, sebbene dal pomeriggio o dalla sera, i venti tenderanno a orientarsi dai quadranti meridionali e a rendere più alto il rischio di nebbie.
Le temperature non subiranno variazioni sostanziali.
Cosa accadrà da lunedì?
Alla luce degli ultimi aggiornamenti modellistici, le citate (nell’articolo di ieri) insidie al forte campo altopressorio europeo, che influenza le nostre condizioni meteo da ormai molto tempo, ossia le ribattezzate “spina nel fianco” orientale e “serpe in seno” settentrionale, si comporteranno nel seguente modo:
- La spina nel fianco da est, ovvero il nocciolo di aria fredda retrogrado che vagherà dalla Russia ai Balcani, non riuscirà più a condizionare direttamente le condizioni meteo-climatiche del nostro settore, arrestandosi sulla pianura ungherese.
- La serpe in seno, rappresentata dalla formazione di un canale depressionario, che trasporterebbe aria fredda e umida di estrazione subpolare verso il Mediterraneo centro-occidentale, non raggiungerà più l’Italia e viaggerà anch’essa a ritroso verso Francia e Spagna.
- Quel che resta, alla luce di questi aggiornamenti, è la formazione di una terza figura barica, questa volta attiva al suolo. Si tratterebbe della formazione di un’area di bassa pressione sul Tirreno centro-settentrionale in grado di sfornare sistemi perturbati che coinvolgerebbero gran parte d’Italia, ma che interesserebbero con maggiore intensità soltanto le aree tirreniche (vedi immagine a destra).
In sintesi
Sebbene possa ritenersi sbloccata la situazione di mancato avanzamento stagionale dell’autunno, non è possibile al momento dare per scontato che ciò presupponga – tout court – che le piogge, di cui tanto ormai avremmo bisogno e di cui necessiterebbero soprattutto gli invasi lucani – giungano dalle nostre parti in modo sperato.
D’altro canto, appare anche quasi del tutto saltata la possibilità di avere un più corposo raffreddamento dell’aria, così come supposto ieri. Se tutto andasse come descritto, in settimana avremmo solo inizialmente qualche grado in meno, restando comunque grossomodo in media o solo appena sottomedia (perciò, altro che ondata di freddo, come ventilato dai soliti ideatori di fake news). Anzi, entro metà settimana diverrebbe possibile addirittura un contraccolpo “caldo” causato da una rimonta dell’Anticiclone africano!
Conseguentemente, non resta che attendere le diverse mosse dei molteplici centri di azione barica che stanno per entrare in gioco sullo scacchiere euro-mediterraneo, tendendo presente, tuttavia, che il mostro anticiclonico che si aggira sull’Europa sembra ancora capace di sventare ogni minaccia alla sua sopravvivenza e di tenere purtroppo in vita anche la nostra siccità.